Egitto: scontri tra manifestanti e sostenitori dell’esercito. Quasi 200 i feriti

Ieri sera il quartiere di Abbasseya al Cairo è stato di nuovo messo a ferro e fuoco. Sono 296 i feriti degli scontri tra manifestanti che tentavano di raggiungere la sede del Consiglio supremo delle forze armate, e coloro che invece erano dalla parte dell’esercito. Ha comunicarlo è il ministero della Sanità egiziano, precisando che 196 sono stati medicati sul campo e altri 100 sono ancora nelle strutture ospedaliere.

Gli scontri sono esplosi quando un gruppo di manifestanti è partito da piazza Tahrir per dirigersi al ministero della Difesa a suon di slogan contro il potere militare. Dal lato opposto un gruppo a favore dell’esercito, si è opposto con dei blindati per impedire l’accesso alla zona del ministero.

Dall’11 febbraio scorso, dopo la caduta del regime di Mubarak, l’Egitto è governato dal Consiglio supremo delle forze armate. Da settimane il governo di transizione è oggetto di contestazioni da parte dei manifestanti che rivendicano riforme più incisive e veloci.

Dopo i fatti accaduti  si è pronunciato il candidato alle presidenziali in Egitto ed ex capo dell’agenzia atomica internazionale, Mohamed el Baradei. Parlando con i giornalisti, all’indomani degli scontri ha sollecitato uno stop immediato alla violenza contro i manifestanti pacifici, chiedendo ai cittadini egiziani di serrare i ranghi per superare questa fase critica.


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