di Martina Strazzeri
Aarakshan: è il titolo di un film indiano uscito da pochi giorni ma non ancora riprodotto nelle sale cinematografiche indiane. Infatti la sua riproduzione è stata vietata negli Stati di Uttar Pradesh, Panjab e Andhra Pradesh. Numerose polemiche hanno accompagnato l’uscita della pellicola; il motivo principale risiede nel tema affrontato dal regista, cioè quello della legge della «reservation», consistente in quote riservate a Backward classes, Scheduled tribes e Scheduled castes (i Dalit, gli ex pariah).
La trama si articola nel seguente modo: l’ attore Amitabh Bachchan recita nel ruolo di Prabhakar Anand, rettore di un college che ben presto diventerà il più prestigioso del suo Stato. Poi troviamo Deepak Kumar, che impersona il suo leale allievo, il quale si innamorerà della figlia del rettore, impersonata dall’attrice Deepika Padukone. Il Dr. Prabhakar prende la decisione di applicare all’interno del suo college la legge della «reservation», che persegue lo scopo di riservare quote alle Comunità più deboli e svantaggiate (Backward classes), alle Scheduled classes e Scheduled tribes, i quali sono gruppi etnici definiti dai più «tribali» e i Dalit, coloro che precedentemente all’indipendenza e alla costituzione venivano appellati pariah ed erano considerati «fuori casta», cioè intoccabili. Tuttavia, la volontà espressa dal rettore non sembra ricevere ampi consensi, infatti incontra l’opposizione del Consiglio di facoltà, che costringerà il rettore a consegnare le dimissioni. Seguirà poi l’elezione di un nuovo rettore, che deciderà di svolgere un ciclo di lezioni proprio all’interno del bungalow di Prabhakar, rimasto senza casa in seguito alle dimissioni.
Solamente dopo una relazione avanzata da parte di un comitato di alti membri del Bahujan Samaj Party (BSP), è stata presa la decisione di vietare la riproduzione del film. È rilevante tener presente che il BSP costituisce il «partito della maggioranza» , il quale rappresenta proprio le Scheduled classes, le Scheduled Tribes e i gruppi svantaggiati ed è il terzo partito dell’India. Alla guida del BSP, vi è Mayawati Kumari, primo ministro dell’Uttar Pradesh e Dalit. E’ stata la signora Kumari che ha fatto edificare sulle sponde del fiume Gomti, un tributario del Gange, una serie di 60 enormi elefanti in arenaria tra i quali spicca proprio lei, la quale attraverso questa statua ha voluto perseguire l’obiettivo di rendere onore alla memoria dei grandi Dalit, come per esempio B. B. Ambedkar.
Del resto, Mayawati Kumari presenta un elevato indice di gradimento, infatti è avvenuto che durante il corso di una manifestazione, la folla ha deciso di salutarla con una ghirlanda composta da banconote da 1000 Rupie l’una, il cui valore totale ammontava a 1,2 milioni di dollari. Secondo la donna, il film non può essere riprodotto per ben 2 mesi, dato che potrebbe far emergere disordini a livello legale e sociale. Inoltre, potrebbe generare delle conseguenze negative sulla legge della discriminazione positiva, la quale prevede privilegi anche per le donne con il 33% di quote riservate nei panchayat raj, una forma tradizionale di governo di villaggio tramite assemblea, e nei comuni – ma non in parlamento. Inoltre, prima ancora che il governo dell”Uttar Pradesh vietasse il film, è stata presentata la richiesta da parte della Commissione nazionale per le classi svantaggiate e i Dalit al Comitato per la censura di apportare le necessarie modifiche ai dialoghi del film, dal momento che sarebbero «spregiativi» nei confronti della loro comunità e che il regista Prakash Jha sarebbe sia «anti-Dalit» e sia «contro la legge della Reservation». Anche il governo del Panjab ha deciso di sospendere la riproduzione del film, fino a data ancora da definire. Di fronte a tutte queste polemiche, il regista ha assunto un atteggiamento disponibile ed aperto, infatti ha fatto richiesta ai prorettori dei più importanti atenei universitari dello stato di vedere la pellicola e poi di redigere un rapporto, così da apportare le modifiche necessarie al film.
Sia i media sia la classe politica si sono detti contrari alla pellicola, poichè si evince un atteggiamento razzista nei confronti di determinati gruppi sociali. In India, la realtà odierna è palese, infatti i bramini, cioè i più avvantaggiati fra tutte le diverse classi sociali, spesso si ritrovano ad essere anche i più poveri, obbligati a lasciare i banchi di scuola e a svolgere degradanti lavori al fine di sopravvivere, tanto che da molti vengono considerati i moderni Dalit. Tuttavia, i bramini costituiscono il 5% della popolazione totale dell’India, invece le Scheduled Castes, Scheduled Tribes e le Backward Castes costituiscono il 54%. A questo dato, bisogna aggiungere gli altri che usufruiscono le quote riservate, come i musulmani e i cristiani e si arriva al 63%. In più, bisogna contare anche le donne. Insomma, un dato importante, dato che da soli potrebbero sia far vincere sia ribaltare il governo.
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