Ucraina: arrestata ex premier Tymoschenko per abuso di potere

di Martina Strazzeri

Julia Timoshenko, ex premier ed ora leader dell’opposizione, è stata arrestata in aula durante il corso del processo che la vede sotto accusa, dal momento che è imputata di abuso di potere per il contratto delle forniture di gas russo. Già nei giorni passati, da parte dell’accusa era stata avanzata una richiesta al tribunale di procedere all’arresto dell’ex premier, oggi i giudici si sono visti costretti ad ordinare l’incarcerazione dell’ex lady di ferro per via del suo atteggiamento non proprio collaborativo con la corte e i testimoni.

Ricordiamo che la donna era stata già espulsa due volte dall’aula, per via di ripetuti comportamenti irrispettosi. Oggi, è stata mossa un’accusa di corruzione al premier ucraino Mikola Azarov, il quale è stato oggetto di ilarità anche per la sua deposizione in russo e per di più è stato preso in giro su uno dei più importanti social networks, come Twitter. Secondo alcuni, tutto ciò sembra essere la realizzazione di un piano volto a concentrare l’attenzione della diplomazia internazionale e avente lo scopo di portare il processo in piazza al fine di muovere tutta l’opposizione contro l’attuale presidente Viktor Ianukovich.

Il processo riprenderà lunedì prossimo e, proprio per questa data, i sostenitori del presidente si sono adoperati affinchè venga svolta una manifestazione in piazza Maidan, che è stata lo scenario della rivoluzione arancione nel 2004. Non si sono fatte attendere le proteste dei militanti sia all’interno del tribunale sia fuori dall’aula. I militanti hanno tentato di impedire l’arresto della Timoshenko in aula, lanciando grida, poi sono passati all’azione e hanno cercato di bloccare per strada il veicolo che ha portato la donna in carcere. Circa 200 agenti delle forze speciali in assetto antisommossa sono stati impiegati al fine di allontanare i manifestanti dal cellulare della polizia. Poco tempo prima di essere arrestata, la donna ha scritto su un foglio la frase «Non mi suiciderò mai», riferendosi ai due ex ministri che dichiarati indagati, hanno deciso di togliersi la vita in circostanze ancora misteriose.

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Il capo di imputazione di Julia Timoshenko è abuso di potere, dato che è accusata di aver costretto la società statale energetica Naftogaz di stipulare un accordo con la società russa Gazprom per le importazioni di gas nel 2009, senza aver richiesto un parere del governo di cui lei era presidente. Secondo la linea sostenuta dall’accusa, il prezzo concordato, di 450 dollari ogni 1000 metri cubi, si sarebbe rivelato estremamente svantaggioso per l’Ucraina, causando un danno per ora stimato 130 milioni di euro. Nonostante si sia ogni volta proclamata innocente e abbia etichettato il processo in corso, un «processo farsa», organizzato da Ianukovich per eliminarla dallo scenario politico, viste le imminenti elezioni parlamentari del 2012 e le prossime elezioni presidenziali del 2015, ora l’ex premier rischia dal 7 ai 10 anni di carcere.

In seguito alla carcerazione della Timoshenko, Il Cremlino ha cercato di mettersi dalla parte dell’ex premier, infatti il ministero degli esteri russo ha richiamato all’osservanza dei principi di giustizia ed imparzialità nel processo e al rispetto dei fondamentali diritti umanitari e ha sottolineato il fatto che tutti gli accordi sul gas del 2009 sono stati stipulati nell’osservanza delle legislazioni di entrambi i Paesi, del diritto internazionale e delle istruzioni dei due presidenti.


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