Valzer con Bashir, psicanalisi e arte per ricordare il massacro

La “danza” macabra di un soldato israeliano, che spara all’impazzata con il suo mitra sotto un poster di Bashir Benayel, il premier libanese da poco ucciso in un attacco terroristico, regala al regista Ari Folman lo spunto per uno dei titoli più significativi del cinema degli ultimi anni.

Valzer con Bashir è probabilmente il miglior lavoro sulla strage di Sabra e Shatila, di cui oggi si ricorda l’anniversario (si veda a tal proposito la ricostruzione di Valentina Severin). Attraverso tecniche animate ipertecnologiche (“la guerra è qualcosa di molto surreale e la memoria gioca talmente tanti scherzi che sarebbe stato meglio mostrare il viaggio della memoria con l’aiuto di grandi illustratori”), il regista documenta l’esplorazione psicologica del suo passato da soldato, alla ricerca della verità e dei dettagli rimossi del massacro, vissuto in prima persona.

Di seguito la versione integrale del docu-film, vincitore di un Golden Globe nel 2009 come miglior film straniero.


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