Una “riforma del sistema finanziario e monetario internazionale” con ”un’autorità pubblica universale” che governi la finanza. Questa la ricetta del Vaticano per garantire all’umanità uno sviluppo sostenibile e una pace effettiva, scongiurando l’insorgenza di una generazione di tecnocrati che ignori il bene comune.
Per contrastare gli effetti del fallimento del liberismo sfrenato occorre istituire una Banca Centrale Mondiale che abbia “una impostazione realistica”, “messa in atto con gradualità”, che porti a sistemi monetari e finanziari efficienti ed efficaci disciplinati da un “adeguato quadro giuridico”.
La ricetta salvifica viene presentata nel documento ”Per una riforma del sistema finanziario e monetario internazionale nella prospettiva di una autorità pubblica a competenza universale”, del Pontificio consiglio per la giustizia e la pace, una quarantina di pagine che sviluppano le prospettive della dottrina sociale della Chiesa.
La nuova autorità politica mondiale dovrebbe comunque avere come punto di riferimento l’Organizzazione delle Nazioni Unite. A seguito della crisi del sistema di Bretton Woods il Fondo monetario internazionale ha perso il carattere di stabilità per la finanza mondiale, e “non si dispone più di quel bene pubblico universale che è la stabilità del sistema monetario mondiale”.
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