di Mirko Orlandi
Vladimir Putin continua ad essere il padre-padrone della Federazione Russa. Solo qualche giorno fa ha annunciato la sua intenzione di ricandidarsi alla presidenza del Cremlino ma sono già in molti a dare per scontata la sua vittoria elettorale. Russia Unita, il partito di cui Putin è l’ispiratore principale, è “de facto” l’unico partito della Federazione. La nuova investitura dell’ex KGB equivarrebbe, secondo molti, ad una carica vitalizia.
Ma Putin non smette di stupire e in un proprio articolo, pubblicato sul quotidiano Izvestja, rilancia l’idea di una Unione Eurasiatica: «Proponiamo il modello di una potente unione sovrannazionale, in grado di diventare uno dei poli del mondo moderno e di svolgere un ruolo di efficace legame tra l’Europa e la dinamica regione Asia-Pacifico». I paesi interessati da questa Unione sarebbero, oltre alla Bielorussia e al Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan. Senza escludere ulteriori adesioni, come quella eventuale della più europea Ucraina. Il 1° gennaio 2012 questa Unione avrà il suo battesimo con l’apertura dello spazio economico unico tra Russia, Bielorussia e Kazakistan. Progetto quindi esclusivamente economico, progettato dal cuore dello spazio eurasiano, pronto ad allargare i propri confini ed i propri obiettivi.
Non c’è da stupirsi sul fatto che Putin abbia rinnovato la sua intenzione di creare una nuova Urss in versione light. Fu proprio lui a definire il collasso dell’ex Unione Sovietica nel 1991 “la più grande catastrofe geopolitica del XX secolo”. Intanto il neo-candidato alla presidenza si trova ad affrontare un nuovo problema, stavolta con la Cina. Una spy story rischia di mettere in crisi i rapporti fra i due paesi, legati da un maxi accordo sulla fornitura di gas dalla Russia alla Cina. Un agente segreto cinese sarebbe stato catturato circa un anno fa dalla Fsb (ex Kgb), colto in flagrante mentre stava cercando di acquistare della documentazione top secret sulle tecnologie di produzione dei sistemi missilistici terra-aria S-300, che la Russia fornisce ai paesi stranieri, fra i quali la Cina, in versione ridotta.
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