di Massimo Maravalli
Lo Stato dell’Alabama ha approvato una nuova legge sull’immigrazione (nota come HB56) che, così come è impostata, rappresenterebbe una delle leggi più severe di tutta l’America in materia. La Corte Distrettuale di Birmingham ha da poco confermato la discussa legge anche se ne ha sospeso temporaneamente l’applicazione. La sospensione del giudice Sharon Lovelace riguarda soprattutto la sezione che ritiene illegale il trasporto di immigrati clandestini a bordo di mezzi e la loro accoglienza.
Effetti principali ed immediati della Legge. Qualora la nuova normativa dovesse essere applicata, tutte le comunità religiose – in particolare quelle ispaniche che raggruppano al loro interno il maggior numero di immigrati – sarebbero costrette a non fornire più servizi di accoglienza e di trasporto verso i luoghi di culto per tutti coloro che sono sprovvisti dei mezzi necessari. In questo caso si creerebbe una situazione conflittuale tra lo Stato e tutte le strutture ecclesiali che vengono private del loro diritto a svolgere la loro attività pastorale.
Le dichiarazioni dei vescovi. L’arcivescovo cattolico di Mobile, Thomas John Rodi, ha espresso i propri dubbi sulla legge: “Non spetta alla Chiesa stabilire chi può entrare nel Paese, ma una volta che gli immigrati sono tra di noi essa ha l’obbligo morale, intrinseco nella pratica della sua fede, di comportarsi come Cristo ha fatto con tutti”. Il Consiglio episcopale latinoamericano ha ribadito quanto asserito dai vescovi americani: “Le migrazioni sono fenomeni di massa che segnano il mondo di oggi, dove si impongono le leggi della domanda e dell’offerta del mercato del lavoro”. “Noi celebriamo tradizionalmente l’America come nazione d’immigrati e la sua eredità storica della libertà religiosa e crediamo che la vita umana e la sua intrinseca dignità non debbano mai essere ridotte alla logica del mercato”.
Le opposizioni. Nel mese scorso i vari vescovi delle collettività clericali hanno dato il via ad una causa legale contro la normativa promossa dal governatore repubblicano Robert Bentley. A ricorrere in tribunale anche l’American Civil Liberties Union, che ha detto che “la norma limita la libertà di parola e di circolazione”. La stessa amministrazione del Presidente degli Stati Uniti, ha fatto ricorso contro la Legge ritenendola negativa e ingiusta perché costituisce un attacco alle libertà civili. Il giudice federale di Birmingham, Sharon Blackburn, nei prossimi giorni ascolterà sia le motivazioni di Obama che quelle di tutti gli altri oppositori.
La legislazione. In Alabama l’intento della nuova legge sull’immigrazione “sembra” essere quello di voler scoraggiare i clandestini a rimanere nel territorio ed iscriversi nelle scuole pubbliche ma, per chi non lo sapesse, per gli immigrati è già un crimine federale essere presente negli Stati Uniti illegalmente.
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