Usate, vendute e violentate. Il calvario delle migranti sudamericane

di Paola Totaro

TERESA. La storia di Teresa Milla, Nicaragua, è la stessa di tante altre donne che cercano di lasciare una vita di stenti raggiungendo i Paesi ricchi. Vive in una casa fatiscente tra le piantagioni di banani e manghi. Lei e sua madre li raccolgono a cottimo. Una tremenda incognita però preoccupa le due donne. Il latifondista che sfrutta loro e tantissimi altri braccianti, ha già venduto l’intero raccolto ad una multinazionale di succhi di frutta. Stimando in anticipo le quantità. Se a fine stagione il peso della frutta effettivamente raccolta sarà inferiore a quanto promesso alla multinazionale, Teresa sarà sfrattata dalla sua baracca. E con lei i suoi piccoli fratelli. Teresa è stanca di subire, di vedere soffrire di fame la propria famiglia. Racconta: “Non è vita, questa. Devo andarmene. Farò l’operaia, la contadina stagionale, la cameriera, la baby sitter, la sguattera in un fast food. Qualunque lavoro è meglio di questo”. La ragazza si è decisa. Tenterà la traversata continentale per raggiungere gli Stati Uniti. Le sue amiche le hanno scritto su un foglietto, i nomi dei paesi che dovrà attraversare, Honduras, Guatemala, Messico. Duecento dollari sono il suo piccolo gruzzolo per affrontare il viaggio ed iniziare la nuova vita. Ha anche il telefono di qualche agente del confine. Le hanno raccomandato anche l’iniezione anticoncezionale da fare il giorno prima della partenza. Perché quando una donna decide di emigrare sa già esattamente a cosa andrà incontro.

VIOLENZA SESSUALE. Affrontare un viaggio continentale è molto rischioso per le donne che decidono di emigrare dai paesi poveri del Centro America. Tra il 60 e forse l’80% di loro infatti, subisce violenza. E’ nota a tutti la presenza di bande criminali che controllano il traffico di esseri umani e ad ogni valico, chiedono tangenti, derubano e uccidono. Le donne vengono risparmiate in cambio di sesso.

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Non sono solo i criminali sconosciuti ad agire in questo modo. Anche i poliziotti e i doganieri, gli agenti privati a guardia delle piantagioni, impongono le proprie leggi, usando la violenza. Ad un uomo del denaro può servire ad evitare le violenze. Ma per le donne no. Non è abbastanza. E tutte quelle che, già sono costrette ad affrontare i pericoli del deserto dell’Arizona o il rischio di morire cadendo da un treno merci al quale ci si aggrappa, devono mettere in conto che verranno usate sessualmente anche da più uomini.

Alcune sono talmente rassegnate da decidere di sfruttare a proprio vantaggio la cosa. Scelgono di lavorare per un certo periodo in uno dei tanti bordelli a buon prezzo che si incontrano lungo il percorso. Dai 3 ai 6 mesi di lavoro garantiscono la possibilità di mettere da parte abbastanza denaro per giungere a destinazione.

Il sesso come merce di scambio e per evitare gli omicidi. I banditi per dare l’esempio a tutti i migranti uccidono senza pietà e si assicurano così di trovare sempre persone munite di una sufficiente quantità di denaro da sottrarre loro. E quando manca il denaro si ricorre al sesso. Una giovane donna sacrificata a volte permette il passaggio di interi gruppi di disperati.

PRESERVATIVI . Argan Aragon, dottorando in sociologia alla Sorbona che sta studiando in una Casa del Migrante in Guatemala, questa migrazione che dura da decenni, ha raccontato quello che ha scoperto con le sue ricerche al giornale spagnolo El Pais: “Spesso, l’ultima ricchezza da cui le donne non vogliono privarsi sono i preservativi. Pensano di offrirli al loro violentatore in caso di bisogno, cercando di salvarsi dall’Aids. Meglio fingersi consenzienti e convincere così il violentatore ad usare il preservativo che tentare una resistenza. Il sesso è l’estrema risorsa. Alcune si offrono agli stessi migranti in cambio di protezione durante il viaggio. Altre riescono a liberarsi da eventuali arresti delle autorità con servizi sessuali. Altre pagano i “coyote”, i passatori, condividendone il letto”. Il ricercatore continua: “Ho incontrato una ragazza honduregna che veniva usata dall’intera famiglia, padre, madre e fratelli come lasciapassare. Era vestita con minigonna e canottiere molto sexy. Incontravano un camionista? Lei ne diventava la fidanzata. Venivano arrestati? Lei si appartava con gli agenti, ad uno ad uno. Ho saputo che l’intera famiglia è arrivata a Los Angeles. Però come c’è arrivata quella bella ragazza? Infezioni e malattie a parte, di sicuro la percezione di sé e il rapporto nei confronti degli stessi genitori sono state compromesse per sempre”.

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PUNTURA CONTRO LE GRAVIDANZE. Molto famosa tra tutte le donne che tentano il pericolosissimo viaggio verso gli Stati Uniti è la puntura contro le gravidanze. Questo farmaco diffuso dagli anni ’70 è riconosciuto dall’agenzia Food and Drug Administration americana. Ancora oggi, viene distribuito gratuitamente in Nicaragua come strumento di pianificazione familiare per le contadine. E’ venduto senza il bisogno di esibire la ricetta medica, in tutte le farmacie. Questa puntura è però molto criticata per gli effetti collaterali a lungo termine sul bilanciamento ormonale femminile e da alcune Ong che accusano il governo di usarla come un sistema di sterilizzazione di massa. Questo tipo di anticoncezionale, composto da un unico ormone, si è diffuso soprattutto dopo che in Chiapas, all’ingresso del Messico, è cresciuta la paura di uno stupratore implacabile, malato di Aids, che violava ogni donna che riusciva ad intercettare. Per fortuna l’uomo è stato arrestato ma purtroppo molti altri hanno preso il suo posto.

La puntura è molto pericolosa per la salute ma ha il vantaggio di costare poco, solo 3 dollari, si assume una volta e garantisce per tre mesi una sicurezza anti concezionale che supera il 95 per cento.


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