All’età di 75 anni si è spento Vaclav Havel, l’artefice della “rivoluzione di velluto” cecoslovacca del 1989. Drammaturgo, letterato nonché impegnato attivista per i diritti umani, Havel fu il primo capo di Stato cecoslovacco dopo la caduta del comunismo in Europa orientale nel 1989, e primo presidente della neonata Repubblica Ceca dopo la scissione con la Slovacchia nel 1993. Ebbe un ruolo determinante nel far divenire la Repubblica Ceca Paese membro della Nato. Scrisse diverse opere teatrali come Festa in giardino (1963) e Gli addii, da cui fu tratto un film diretto dallo stesso Havel, uscito nella primavera del 2011. Oltre all’amore per la drammaturgia, Havel scrisse diverse lettere dal carcere, dopo aver scontato una pena totale di 5 anni per l’ostilità dimostrata verso il comunismo. In vita, Havel si era sempre battuto contro ogni tipo di regime dittatoriale.
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
- Europa3 Marzo 2024La maglia multicolore che unì basket, musica e TV per la Lituania libera dall’URSS
- Universali3 Marzo 2024Il vero significato di Bambi (e perché Hitler ne era ossessionato)
- Universali29 Febbraio 2024Hedy Lamarr, la diva di Hollywood che “concepì” Wi-Fi e Bluetooth
- Europa28 Febbraio 2024La tregua di Natale del 1914, quando la guerra si fermò per una notte