Il Tribunale di Delhi ha deciso con una sentenza che ben 22 tra social network e motori di ricerca devono rimuovere qualsiasi contenuto antireligioso o antisociale che possa creare tensioni ed estremismi.
Il mufti Aijaz Arshad Qasmi, fondatore del sito FatwaOnline.org e portavoce della Darul Uloom di Deoband (un istituto islamico indiano) palesò la propria indignazione dopo aver trovato su diversi siti foto, video e testi fondamentalisti che avrebbero potuto alimentare, in potenziale, l’odio sociale e religioso.
Sotto accusa diversi forum fondamentalisti e intolleranti che hanno criticato, tra gli altri, anche Sonia Gandhi, a causa delle sue origini italiane.
Il giudice Mukesh Kumar ha accolto l’istanza di Qasmi; già a inizio dicembre il ministro per le Comunicazioni indiano, Kapil Sibal, aveva precedentemente affermato che le compagnie che permettono la pubblicazione di contenuti su internet dovrebbero applicare una censura preventiva.
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
- Nord America16 Marzo 2024Quando Marlon Brando rifiutò l’Oscar per Il Padrino in solidarietà con i Nativi Americani
- Nord America5 Marzo 2024Nat Turner, lo schiavo-profeta che mise a ferro e fuoco la Virginia
- Italia5 Marzo 2024“Non abbiamo bisogno di odio. Mio figlio non sarà Balilla”
- Africa4 Marzo 2024I sudafricani bianchi che hanno lottato contro l’apartheid