Il futuro di Cipro dopo la morte del leader turco-cipriota Denktas

di Greta Faggiani

Lo storico leader muore a Nicosia il 13 gennaio 2012, dopo una lunga malattia.

Rauf Denktaş è stato un uomo dal forte carisma e personalità. La passione per la sua comunità e la politica lo portò ad entrarvi già nel 1948, dove vi rimase fino al 2005 quando dovette ritirarsi a vita privata per problemi di salute. Tuttavia la dedizione per quel mondo che da sempre era stato suo continuò ad essere coltivata nei numerosi scritti che compose anche negli anni successivi al ritiro.

Il conflitto che attanaglia l’isola di Cipro sin da prima dell’indipendenza dall’Inghilterra, è un conflitto tra due gruppi identitari, le cui visioni erano diventate incompatibili in quanto la comunità greco-cipriota guardava all’enosis, all’unione con la Grecia; la minoranza turco-cipriota, più del 20% della popolazione totale, mirava alla partizione dell’isola per poter salvaguardare i propri diritti.

Dopo il fallimento dei negoziati e il collasso del fragile Stato nato in seguito gli accordi di Londra e Zurigo del 1960, le due comunità, che avevano vissuto in sostanziale armonia durante il dominio Ottomano, entrarono in una fase di aspro conflitto, alimentato da alcune potenze, in particolare le due madri patria, e da organizzazioni clandestine come l’EOKA e TMT.

In seguito al colpo di Stato militare da parte di elementi di estrema destra favorevoli all’enosis, la paura che venissero calpestati una volta per tutti i diritti di una già straziata minoranza, spinse la Turchia ad un intervento militare nell’isola e a conquistare parte di essa, corrispondente a circa il 25% del territorio. Questa situazione dura dal 1974 e vede Nicosia l’ultima capitale divisa d’Europa.

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L’intervento turco fu ritenuto da Denktaş, che nel frattempo cominciava ad affermarsi come leader indiscusso della comunità turco-cipriota, come un atto di liberazione. In seguito, grazie anche alle sue abilità, nel 1983 venne unilateralmente proclamata la Repubblica Turca di Cipro Nord. Seguirono diversi negoziati per raggiungere un accordo tra le due comunità riguardo la situazione nell’isola, sotto pressione della comunità internazionale e l’egida delle Nazioni Unite, ma tutti questi tentativi fallirono.

L’intransigenza di Denktaş su alcune questioni giocò un forte ruolo durante l’ultimo sforzo di porre fine al conflitto, ovvero la stesura del Piano Annan. Nonostante la sua antipatia per quest’ultimo, durante il referendum del 24 aprile del 2004 il 64,9% dei turco-ciprioti votò a favore del piano. Sfortunatamente, i greco-ciprioti non la pensarono allo stesso modo e il piano non poté entrare in vigore. Inoltre, dallo stesso anno, l’acquis comunitario si applica solamente alla parte sud dell’isola, lasciando la parte nord fuori da ogni tipo di beneficio derivante dell’entrata nell’Unione Europea.

Rauf Denktaş, oltre a tre figli, undici nipoti e la moglie, lascia una nazione riconosciuta solamente dalla Turchia, isolata completamente dal resto del mondo e in preda ad un grande quesito: “sarà mai una soluzione possibile?”.


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