Alla deriva. La Guardia costiera turca salva i migranti dopo i respingimenti nelle acque dell’Egeo

Isola di Cunda, Ayvalık. Il 26 settembre, mentre il sole stava sorgendo sulla città costiera, un’unità della Guardia Costiera turca si preparava a salpare per soccorrere i migranti a mare, dopo aver ricevuto un segnale di allarme.

Un gruppo di 23 migranti, 8 provenienti dalla Siria e 15 dalla Palestina, è stato avvistato mentre galleggiava su una zattera di salvataggio nera tra Ayvalık e Lesbo, la più vicina isola greca.

Secondo un migrante siriano di 22 anni, l’avviso per la partenza verso l’isola greca è arrivato verso mezzanotte, con una chiamata. Intorno alle 3 del mattino, i migranti sono stati avvistati dalle forze greche e, un’ora dopo, sono stati spostati su una zattera di salvataggio a forma di cesto, priva di motore e telefoni cellulari. Molti avevano perso soldi o scarpe, cadendo in acqua.

Valeria Ferraro

I membri della Guardia Costiera turca li hanno tratti in salvo, fornendo loro acqua e coperte, e portandoli al centro di comando sull’isola di Cunda, dove sono state distribuite bottigliette d’acqua e cibo. Per il giovane migrante, residente in Turchia da quasi sei anni, era la terza volta che cercava di lasciare il Paese. Il costo del viaggio, da Istanbul alla Grecia, gli è costato circa 2000 euro.

Sono siriani—che secondo l’UNHCR superano i 3 milioni in Turchia—così come palestinesi e persone provenienti dalla Somalia e dall’Afghanistan, a tentare di raggiungere l’Europa attraverso il Mar Egeo fino alla Grecia o, sempre più spesso, l’Italia, intraprendendo un pericoloso viaggio.

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I transiti marittimi attraverso lo stretto di Ayvalık sono cresciuti esponenzialmente nel 2014-2015, con migranti, perlopiù siriani in fuga dalla guerra, che cercavano di arrivare in Europa sia via mare che via terra, passando per la rotta balcanica.

Con l’accordo tra la Turchia e l’UE nel 2016, gli arrivi via mare in Grecia sono diminuiti. Tuttavia, dal 2020 si è registrato un aumento nei casi di respingimento in mare.

Secondo i dati dell’ONG Aegean Boat Report, nel 2023, la polizia e la Guardia Costiera turca hanno intercettato 1.480 barche con 43.420 persone a bordo, mentre 1.061 barche sono riuscite ad arrivare in Grecia.

Le condizioni meteorologiche estive favorevoli e l’instabilità politica e sociale nei paesi africani sono alcuni fattori che hanno contribuito all’aumento delle partenze, come riportato sia da Info Migrants che dall’ONG Aegean Boat Report.

Il 14 giugno 2023 si è verificato uno dei naufragi più drammatici lungo la rotta egea: quello di Pylos, dove hanno perso la vita oltre 500 migranti. Sono sopravvissuti solo 104 migranti, a bordo di un peschereccio partito dalla Libia e ignorato dalle forze navali greche nella zona.

Pochi mesi prima, 94 migranti avevano perso la vita quando un caicco di legno si è spezzato vicino alla costa di Steccato di Cutro. Ci sono stati almeno altri venti dispersi e 81 sopravvissuti al naufragio al largo della cittadina calabrese.

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Secondo l’ex ministro dell’Interno turco, Süleyman Soylu, intervistato a Roma il 19 novembre 2021, i viaggi verso l’Italia sarebbero aumentati a causa dei frequenti respingimenti da parte delle forze greche, in cerca di alternative per sfuggire ai controlli sull’immigrazione.

I respingimenti in mare da parte delle forze greche sono stati documentati dal 2020 da UNHCR, OIM e altre ONG come violazioni delle normative internazionali e dell’UE, poiché rappresentano un rischio per la vita dei migranti.

Nel 2022, l’Aegean Boat Report ha registrato 988 casi di respingimento, coinvolgendo 26.133 migranti, molti dei quali avevano già raggiunto le isole greche, in particolare Lesbo e Samo, e sono stati rimandati in mare dalla Guardia costiera greca.

Un video choc, pubblicato dal New York Times lo scorso maggio, mostrava migranti su un’isola forzati a imbarcarsi su un gommone nel Mar Egeo, per poi essere soccorsi dalla Guardia costiera turca.

Un’indagine di Lighthouse Reports ha evidenziato il coinvolgimento di Frontex in respingimenti tra marzo 2020 e settembre 2021, incrociando dati di diverse fonti. Questa indagine ha portato alle dimissioni del direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, nell’aprile 2022.

Shabia Mantoo, portavoce dell’UNHCR, in un’intervista del 4 luglio 2023, ha espresso preoccupazione e chiesto indagini approfondite sui respingimenti in Grecia.

Lo stress causato dalle violenze subite era evidente nei volti dei migranti soccorsi il 27 settembre, alle 00.50, nelle acque di Dikili, Izmir. Un gruppo di 18 siriani è stato trovato su un gommone in mare mosso. Raccontano di violenze e di come sono stati respinti dalle forze greche quando erano quasi arrivati. A Dikili, sono stati accuditi e in seguito trasferiti nei centri per migranti.

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Testo e foto di Valeria Ferraro


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