Rogo Corano, assaltata sede Onu nel 5° giorno di proteste

Quinto giorno di proteste in Afghanistan dovute al rogo di copie del Corano in una base americana di Bagram, bruciate perché, secondo gli americani, venivano usate da prigionieri talebani per mandarsi messaggi. Nella giornata odierna si sono verificate manifestazioni in quattro province. A Kunduz, nel nord del Paese, alcuni manifestanti hanno circondato il complesso dell’Onu e hanno tentato un assalto all’edificio. Secondo la Bbc, un’ala dell’edificio sarebbe stata data alle fiamme. Almeno tre persone sono morte fra i manifestanti, uccisi dalle forze di sicurezza mentre davano fuoco a edifici e negozi. Ci sono stati anche decine di feriti, ha reso noto la polizia locale.

Nella provincia di Logar, invece, un manifestante è rimasto ucciso e altri due feriti dopo che centinaia di persone hanno attaccato la polizia al grido di “Morte all’America!”.

Ci sono state proteste anche nella provincia orientale di Nangarhar, in quella centrale di Sari Pul e in quella nord-orientale di Laghman, dove 20 persone sono rimaste ferite in seguito ad una sassaiola dei manifestanti.

Due consiglieri militari americani invece sono stati uccisi nella sparatoria avvenuta dentro al ministero dell’Interno afghano, edificio nel cuore della capitale Kabul. Lo dicono fonti del governo afghano.

I due consiglieri militari americani uccisi oggi in una sparatoria all’interno del ministro dell’interno afghano a Kabul sono stati colpiti da “poliziotti afghani”, ha precisato una fonte governativa afghana che ha chiesto l’anonimato. Secondo alcune fonti, fra i due americani e i poliziotti vi sarebbe stato prima uno “scontro verbale”. In seguito è arrivata la rivendicazione dei talebani.

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Dall’inizio delle manifestazioni antiamericane ammontano a 29 i morti, 12 dei quali nella sola giornata di ieri, quando le proteste si sono scatenate al termine della Preghiera del venerdì.

 


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