Guai in vista per l’utente che si nasconde dietro l’account “twitter.com/allahcc”. La denuncia contro @allah, che sul social network vanta quasi 200.000 followers, è stata presentata da un conduttore televisivo turco, Serdar Tuncer, il quale ritiene che gli oltre 4.600 tweet dell’autore siano pieni di umiliazioni e insulti contro l’Islam e i musulmani.
Tuncer, che presenta programmi dedicati al Ramadan, ha dichiarato che “la corrispondenza fra la persona chiamata @allah(cc) e i suoi lettori” sarebbe in violazione dell’articolo 216/3 del Codice penale turco (articolo che persegue la “denigrazione dei valori religiosi”).
Tra i “cinguettii” incriminati ne riportiamo alcuni: “Siamo stati dio per tanti anni e continuiamo a cuocere la pasta al pomodoro”, “Per fortuna abbiamo creato la ciliegia”, “Col senno attuale non avrei creato il mignolo dell’essere umano”, “Dalle nostre parti quassù è molto sicuro perché non c’è polizia”.
Il Codice turco prevede una pena che va dai sei mesi ad un anno di reclusione per “chiunque denigra apertamente i valori religiosi di una parte della popolazione” laddove “l’atto sia sufficiente a violare la quiete pubblica”.
In sua difesa @allah ha replicato coerentemente con lo spirito che anima i tweet dell’account: “Solo dio può giudicarmi”.
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