“La mia nudità è un no all’islam politicizzato”, “credo nell’uguaglianza tra uomo e donna”. E ancora: “La mia nudità è un no alla morte per lapidazione”. Questi alcuni dei messaggi detti nel video che presenta il Nude Photo Revolutionary Calendar, un calendario in cui, fuori da ogni volgarità, alcune donne iraniane rifugiate in Europa sono ritratte completamente nude. L’iniziativa vuole essere una denuncia nei confronti delle violenze e della repressione che le donne subiscono ogni giorno nell’Iran odierno.
Lanciati strategicamente ieri durante la festa dell’8 marzo, video e calendari sono dedicati a due figure importanti nella lotta per l’emancipazione femminile: l’attivista e blogger egiziana Aliaa Magda Elmahdy, che circa un anno fa pubblicò sul suo blog alcune sue fotografie in cui era nuda “contro la società della molestia sessuale e dell’ipocrisia” e a Golshifteh Farahani, l’attrice bandita dall’Iran per aver posato nuda per Madame Le Figaro.
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