Putin: “Monti, un kamikaze che ama l’Italia”

“I compiti che devono affrontare i governi in Grecia e in Italia, anche se in Italia è un po’ meglio, sono molti e possono essere svolti solo da persone che non hanno ambizioni politiche per il futuro, uomini responsabili, che amano il loro Paese, buoni professionisti. Mi sembra che l’attuale governo italiano abbia queste caratteristiche”. E’ quanto ha dichiarato Vladimir Putin rispondendo alle domande dei direttori di sei giornali stranieri in una cena ieri sera nella sua residenza di Novo-Ogariovo. “Monti mi sembra che stia facendo tutto bene, assolutamente. Il suo compito è molto difficile. Il primo ministro italiano è un kamikaze”. Il presidente russo ha poi parlato della sua amicizia con l’ex premier italiano: “Di Berlusconi non ero amico, lo sono sempre. Ci ho parlato proprio ieri per l’ennesima volta, anche lui apprezza allo stesso modo l’attuale governo italiano, parla con grande rispetto dell’esecutivo e del premier”.

Dare una  prova di forza contro il dissenso? Putin dice no. “Perchè dovrei? Al contrario, il presidente Medvedev ha sottoposto un pacchetto di leggi che liberalizza il nostro sistema politico e consente di creare partiti con requisiti più bassi per l’iscrizione. Non so da dove provengano tali timori, noi stiamo facendo l’opposto. Non abbiamo alcuna intenzione del genere. Tutte le nostre proposte mirano a promuovere il dialogo tra chi ci sostiene e chi ci critica”. Quanto ai brogli, ha detto, ci sono i tribunali.

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Durante la cena aperta ai giornalisti non potevano mancare i riferimenti alla Siria. “Non voglio che si ripeta la Libia. Ve la ricordate quell’esecuzione medievale di Gheddafi? E dopo? Donne violentate a centinaia, bambini che muoiono, gente che soffre. Noi non vogliamo che in Siria succeda niente di simile. Non abbiamo con la Siria nessun rapporto speciale, ma vogliamo costringere entrambe le parti a fermare la violenza” ha precisato il premier. “Bisogna far ritirare le truppe governative dai villaggi. Ma perché non dire che deve ritirarsi anche l’opposizione armata? Assad non avrebbe mai accettato. Facciamo sedere le parti ad un tavolo, apriamo le trattative, questa è la strada. Una cattiva pace è sempre meglio di una buona guerra”.


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