Anders Behring Breivik ha rivendicato con orgoglio la strage del 22 luglio scorso in cui sono morte 77 persone, dichiarando di essersi ispirato alle “imprese terroristiche di al-Qaeda”, la manifestazione più eclatante di quell’integralismo islamista che Breivik ha sempre sostenuto di voler combattere. Il “militante nazionalista norvegese”, come lui stesso si è definito, ha dichiarato poi che “si può ben considerare al-Qaeda come il gruppo militante di maggiore successo esistente al mondo”, sottolineando nello stesso tempo come i cristiani siano una “minoranza perseguitata” e come il multiculturalismo sia “un’ideologia autolesionistica”, visto i “fiumi di sangue provocati dai musulmani”. Infine il pluriomicida ha ribadito che “rifarebbe tutto” e che le sue azioni sono state legittimate dai “diritti umani universali”.
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