Una misura inevitabile, che rende la Slovenia invidiata da chi vive aldilà del confine triestino. Tra i vari tagli e misure di austerità che in questi giorni sta discutendo il parlamento, infatti, c’è anche la riduzione delle spese militari di un quinto rispetto all’anno scorso.
Le spese militari previste per quest’anno sono di 393 milioni di euro, il 21% in meno rispetto al 2011. Qualcosa come l’1,21 per cento del Pil nazionale (decisamente sotto la soglia del 2% fissata dalla Nato per i Paesi membri). «Le Forze armate dovranno sopportare il taglio più grande, molti dei piani a medio termine saranno ripensati per un periodo più lungo», ha spiegato oggi il ministro della Difesa, Ales Hojs. «Non ci sarà nessuna riduzione della presenza slovena nelle missioni militari e di pace all’estero, tranne che in Afghanistan».
La Slovenia si è impegnata a mantenere una presenza in Afghanistan fino al 2014. In questo momento il contingente conta 89 persone, tra militari e civili, che dovrebbe essere ridotto a un massimo di 80.
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