Buone notizie da Londra. Alì Ferzat, il vignettista siriano aggredito e torturato per la sua arte contro il regime di Assad, tornerà a disegnare. L’artista ricorda con queste parole l’aggressione ricevuta: “Hanno passato 45 minuti a picchiarmi continuamente, dicendomi: ‘Così la prossima volta non sfiderai i padroni’. Uno ha detto ‘colpisci la sua mano, rompila, così non potrà più disegnare’ “.
Disegnare vignette è più di un lavoro per Alì. E’ una missione: “L’artista tasta il polso della strada, c’è una relazione fra l’artista e la strada, una connessione. I fumetti devono tenere il passo con le persone e le persone non possono tollerare che certi temi vengano nascosti o non detti. Sono un artista, una voce critica e documenterò la nostra resistenza per le generazioni future. L’artista deve incarnare una posizione nel suo lavoro e nelle sue azioni. La sua filosofia deve essere sostenuta dalle azioni. Io credo che la nostra nazione sia più grande di tutti noi. La rivolta ha già vinto. Ha vinto quando ha sfondato la barriera della paura”.
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
- Americhe20 Dicembre 2024Usare l’AI per ridare un’identità a 10 milioni di schiavi afroamericani
- Centro e Sud America20 Dicembre 2024Capoeira, la ‘danza’ che preparava gli schiavi alla libertà
- Nord America19 Dicembre 2024La vita straordinaria di Elizabeth Miller, da Vogue a reporter di guerra
- Europa19 Dicembre 2024La doppia vita di Solomon Perel, nella Hitlerjugend per sopravvivere all’Olocausto