I venti eroi del 2011 (parte 2)

A cura di Joshua Evangelista, Francesco Caselli e Valerio Evangelista

Attivisti, blogger, filantropi. Ma anche semplici cittadini che nel momento della necessità non hanno esitato a dare se stessi per cause più grandi di loro, anche al costo della vita. Dalla Primavera araba, dal mondo dell’associazionismo e dalla vita di tutti giorni, abbiamo scelto venti persone, a nostro avviso eroiche, che con le loro vite e le loro azioni hanno caratterizzato in positivo questo 2011. Dopo Arrigoni, Boazizi, Calloni, Dimiceli e Djokovic, ecco i profili di altri cinque eroi: Ali Ferzat, Leymah Gbowee, Wael Ghonim, Anna Hazare, Qais el Hileli.

Ali Ferzat

“Questo è solo il primo avvertimento”, gli hanno detto cinque uomini a volto coperto dopo averlo bastonato e dopo avergli spezzato le dita. Alì Ferzat, popolarissimo vignettista siriano, in agosto è stato trovato sanguinante in una strada alla periferia di Damasco. Colpito proprio dove era più pericoloso, in quelle mani capaci di disegnare vignette efficacissime contro il regime sanguinario di Assad. E pensare che le ironiche coincidenze che hanno segnato i rapporti tra il presidente siriano e il disegnatore sono molteplici. Ad esempio, scopriamo che prima di diventare leader della Libia, Assad aveva visitato una mostra di Ferzat e, rimastone molto colpito, aveva detto che le sue vignette avrebbero meritato di essere pubblicate ovunque (a quel tempo governava suo padre Hafez). Ma la storia ha preso un altro corso, Assad è diventato presidente e il giornale dove Ferzat pubblicava è stato fatto chiudere forzatamente nel 2003.

Leymah Gbowee

Il premio Nobel è il meritato riconoscimento ad una delle attiviste africane più importanti del nuovo millennio. E’ anche merito del movimento di donne di cui è responsabile se nel 2003 la guerra civile liberiana ha avuto un termine e questo ha portato alle elezioni di Ellen Johnson Sirleaf, prima premier donna di un intero continente. Sotto la guida rivoluzionaria della Gbowee, le donne liberiane hanno lottato contro la violenza e la corruzione.

 

Wael Ghonim

Per la rivista Time nel 2011 è stata la persona più influente del Medioriente. Wael Ghonim prima della rivoluzione in Egitto faceva il manager di Google e aveva un sogno: la democrazia nel suo Paese. Promotore della rivoluzione pacifica attraverso i blog, Wael, incarcerato e interrogato dalle autorità per 12 giorni, ha ispirato un movimento che si è sparso a macchia d’olio, nato con poche migliaia di manifestanti mobilitati attraverso i social network e cresciuto fino a 12 milioni di persone. Un leader del nuovo millennio.

 

Anna Hazare

Termina il 2011 allo stesso modo in cui lo ha caratterizzato: scioperando contro la corruzione in India. I paragoni con Gandhi sono tanti e banali, resta il fatto che la sua intraprendenza e la sua determinazione ha attirato l’attenzione dei grandi media internazionali ed ha un numero cospicuo di seguaci che segue ogni sua protesta. A 74 anni e con uno stato di salute precario i medici gli hanno chiesto di interrompere lo sciopero per evitare di compromettere il fegato e i reni. Moderno Don Chisciotte, eroe nazionale o controverso attivista? Non avendo una risposta definitiva, abbiamo deciso di inserirlo in questa lista per il grande sentimento legalitario che le sue campagne hanno suscitato in milioni di indiani.

Qais el Hileli

Disegnava perché amava farlo. Senza secondi fini. “Amava quest’arte, disegnava per chiunque glielo chiedesse”, racconta la madre. E, si sa, la crisi è il momento più proficuo per gli artisti. Così la rivoluzione libica diventa per il 31enne Qais il tema più importante della sua opera. Combattere il regime con le caricature, dare il suo apporto alla causa nel modo più amato. Adesso è considerato un eroe della rivoluzione. E quei colpi sparati in mezzo alla strada non chiudono il sipario di chi aveva scelto proprio le vie di Bengasi come foglio dove disegnare la sfida al regime.


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