Argentina, la scelta sull’identità di genere è libera. Per legge

di Valentina Ersilia Matrascìa

Primo paese latino americano ad aver autorizzato, nel 2010, i matrimoni tra coniugi dello stesso sesso, l’Argentina fa un ulteriore passo avanti nel campo dei diritti sociali e civili. Con 55 voti favorevoli, una sola astensione e nessun voto contrario il Senato argentino ha infatti approvato il progetto di legge, passato nel dicembre scorso alla Camera, sulla libertà di scelta riguardo all’identità di genere.

Le procedure burocratiche, per il cambio di sesso e di nome sui documenti, saranno rapide e gratuite. “Grazie a quanto ottenuto – ha affermato Pedro Paradiso Sottile, attivista e consulente legale della Comunità Omosessuale Argentina (CHA) – l’identità di genere non sarà più considerata come una malattia, né ci sarà più bisogno di ricorrere ad un avvocato o a un giudice per cambiare il nome”. Con una semplice richiesta amministrativa i cittadini e le cittadine argentine potranno, infatti, al compimento del 18esimo anno, ottenere senza la sentenza del tribunale, finora necessaria, il cambio.

La norma sarà inoltre inserita nel PMO (Piano Medico Obbligatorio) e garantirà l’accesso alle cure ormonali, ai trattamenti e agli interventi chirurgici necessari per l’adeguamento del corpo in modo totalmente gratuito ed a carico del servizio sanitario nazionale. Prima dei 18 anni, invece, sarà necessaria l’autorizzazione dei genitori o tutori legali. In caso di mancata autorizzazione, i minori potranno avvalersi di un legale e presentare ricorso, poiché come spiegano dalla dirigenza della cooperativa Nadia Echazu, tra i promotori della legge, “la transessualità si manifesta tra gli 8 e i 13 anni. E molte volte questi ragazzi adolescenti sono cacciati di casa, e mai saranno accettati dai loro genitori”.

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“Un piccolo passo avanti per noi, un grande passo avanti per la società”, ha commentato poco dopo l’approvazione del Senato un’attivista di Lgbt durante i festeggiamenti che si sono svolti per le strade di Baires. Un grande passo avanti specie in un paese in cui la popolazione è in maggioranza cattolica e – come ha affermato la senatrice Sonia Escudero – “la comunità trans ha una speranza di vita di 35 anni e più del 90% si trova in situazioni precarie come la prostituzione e l’abbandono della scuola. Finora, senza questa normativa circa 22mila persone in tutto il paese erano state completamente escluse dai diritti umani fondamentali”.

L’identità di genere, sancisce la nuova normativa, rappresenta “il vissuto interiore e individuale del sesso come lo sente la persona, ciò che può corrispondere o meno al sesso registrato alla nascita, incluso il vissuto personale del corpo” ed è diritto di ogni persona, quindi, “rettificare legalmente il sesso, il cambio di nome e di immagine quando non corrispondono con l’identità di genere autopercepita”. Non sarà necessario, al contrario di quanto avviene in altri paesi come l’Italia, ricorrere agli interventi chirurgici prima di poter avere la correzione anagrafica dei documenti”. “Si tratta di un diritto profondamente umano: il diritto alla felicità”, ha affermato il senatore Miguel Pichetto. A fargli eco, Cesar Cigliutti, il presidente della Comunità omosessuale dell’Argentina, che ha sottolineato come la novità legislativa argentina, sebbene trovi delle positive somiglianze con la legislazione in materia di paesi limitrofi, sia “all’avanguardia nel mondo”. Perché l’iter del disegno di legge giunga finalmente a compimento manca soltanto la firma del presidente Cristina Fernandez de Kirchner che si è detta favorevole.


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