Il Vaticano sapeva dei desaparecidos argentini

L’anno è il 1978, ricordato dai più per i mondiali di calcio in Argentina. Non tutti sanno, però, che nello stesso periodo nello Stato dell’America Meridionale, e più precisamente tra il 1976 e il 1983, avveniva una vera e propria repressione nei confronti dei dissidenti politici nota con l’espressione “desaparecidos”.

Non tutti sanno che sotto il regime della Giunta militare sono scomparsi oltre 30.000 dissidenti o presunti tali. Non tutti sanno che le modalità di sequestro e di sparizione delle vittime della repressione fu ideata per perseguire due obiettivi: evitare quanto verificatosi a seguito del Golpe cileno del 1973, che aveva portato al potere la Giunta militare comandata dal generale Pinochet, e terrorizzare la popolazione attraverso la mancata diffusione di notizie in merito alla sorte degli arrestati, limitando in questo modo fortemente non solo ogni possibile dissenso al regime, ma anche la semplice richiesta di notizie da parte dei parenti.

Non tutti sapevano, ma il Vaticano era ben informato di tutto. Prima dell’inizio dell’evento sportivo la Conferenza Episcopale Argentina aveva informato il Vaticano di quanto stava accadendo nel Paese: della repressione, degli omicidi e del fenomeno dei “desparecidos”. Secondo quanto scrive il giornalista Horacio Verbitsky, un “documento segreto” dei vescovi argentini fu inviato a Paolo VI.

Nel documento, risalente all’aprile del 1978, si riferisce degli incontri tra i vescovi Raul Primatesta, Juan carlos Aramburu e Vicente Zazpe con il dittatore Jorge Videla. Nei colloqui, che secondo i religiosi si svolsero in un clima “di cordialità e sincerità”, fu apertamente sollevato il problema dei “desparecidos” e i vescovi chiesero anche, in caso di morte, dove questi fossero sepolti. Stante alle dichiarazioni dei vescovi a molte risposte il governo non potette dare “una risposta soddisfacente”, anche se il vescovo Primatesta ribadì che “la Chiesa vuole comprendere e cooperare” con lo Stato argentino.

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Lo stesso Videla disse in varie occasioni di aver avuto “una relazione eccellente, molto cordiale, sincera e aperta” con la Chiesa Cattolica. Durante gli anni della dittatura le forze armate fecero sparire un numero imprecisato di persone. Le stime vanno dalle 7.000-8.000 riconosciute dallo stesso Videla alle quasi 30.000 denunciate da vari associazioni umanitarie.

Luca La Gamma


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