Amnesty International ha dichiarato Alexei Navalny e Sergei Udaltsov prigionieri di coscienza. I due attivisti russi, arrestati la scorsa settimana, sono stati condannati a rimanere in carcere 15 giorni per aver disubbidito agli ordini della polizia, guidando la prima “camminata” degli oppositori a Vladimir Putin per le strade di Mosca. Navalny e Udaltsov, ha spiegato Sergei Nikitin, responsabile dell’organizzazione non governativa in Russia, “hanno cercato di realizzare il loro diritto alla libertà di manifestare con mezzi non violenti e pacifici, ma sono stati arrestati e quindi detenuti”.
Nel frattempo, anche il leader del movimento Solidarnost, Ilya Yashin, che era stato arrestato mercoledì sera sulla piazza Kudrinskaya di Mosca dove si era trasferita la protesta dopo lo sgombero dell’accampamento del quartiere di Chistye Prudy, è stato condannato a dieci giorni di carcere con la stessa accusa, disobbedienza a un ordine della polizia. Ieri sono stati arrestati sulla stessa piazza anche l’ambientalista Evghenya Chirikova e l’esponente del collettivo artistico e anarchico di Voina, Petr Verzilov. Chirikova, inoltre, ha denunciato che le forze di sicurezza le hanno rotto un braccio.
L.G.
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