Fare definitivamente chiarezza sui fatti di sangue di 40 anni fa in Irlanda. Questo l’intento di un’inchiesta che partirà a breve e che segue l’indagine pubblica di Lord Mark Saville dalla quale era emerso che nessuna delle vittime della manifestazione pacifica riferita al Bloody Sunday, era armata.
Il Chief Constable della polizia nord-irlandese, Matt Baggott ha comunicato che l’inchiesta costerà 12 milioni di euro, durerà due anni e che le persone impegnate saranno 30. La Saville Inquiry, voluta da Tony Blair nel 1998 è stata l’inchiesta pubblica più costosa della storia britannica con i suoi 238 milioni di euro, è durata 12 anni ed è terminata nel 2010. Le indagini hanno stabilito che i paracadutisti britannici spararono in modo premeditato contro i pacifisti, senza reagire ad alcun attacco dei manifestanti, come aveva inizialmente sostenuto l’esercito.
L’inchiesta avviata dal Police Service of Northern Ireland ha scatenato un vero e proprio terremoto politico. Infatti il Primo Ministro dell’Irlanda del Nord, Peter Robinson (unionista) ha infatti affermato che qualsiasi inchiesta sul Bloody Sunday dovrà necessariamente coinvolgere anche Martin McGuinness (repubblicano) il quale attualmente è vice primo-ministro, ma all’epoca dei fatti era affiliato all’Ira (l’esercito paramilitare che lottava per l’indipendenza dell’Irlanda del Nord dalla Gran Bretagna) e che era “probabilmente armato di una mitragliatrice” anche se non prese parte “ad attività che potessero fornire ai soldati la giustificazione per sparare”.
Se da un lato Robinson dice alla Bbc che “se ci sarà un’inchesta ai danni dell’esercito britannico, allora dovrà esserci un’inchiesta anche su McGuinness. Questi ha infatti dichiarato più volte di essere stato all’epoca nella catena di comando (dell’Ira)”, quest’ultimo replica di “non avere problemi a cooperare con un’inchiesta della polizia” aggiungendo anche: “Ero presente all’epoca dei fatti, ma non armato, tantomeno di una mitragliatrice”.
I ‘Troubles’ come vengono chiamati gli scontri tra cattolici e protestanti, o meglio tra repubblicani ed unionisti dagli anni settanta agli anni novanta, hanno causato circa 3.500 vittime alle quali fino ad ora è stato negato un processo. La comunità nordirlandese si ritrova ancora oggi profondamente divisa nonostante gli accordi di pace firmati nel 1998 e che hanno sancito la fine solo politica della guerra civile in questo martoriato Paese.
Paola Totaro
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