Il 10% del Pil (prodotto interno lordo) del Brasile sarà destinato per finanziare il sistema educativo nazionale: la Commissione speciale della Camera chiamata ieri a varare il nuovo Piano educativo nazionale è stata obbligata dalle pressioni degli studenti a mettere nero su bianco per variare la percentuale.
Dopo settimane di campagna a favore di un aumento degli stanziamenti per il settore educativo, ieri oltre 300 giovani brasiliani hanno presidiato la riunione della Commissione, riuscendo a partecipare anche ad alcune sessioni dei lavori che non prevedevano la presenza di pubblico, finché le loro richieste non sono state accolte. In base al nuovo Piano educativo nazionale, il governo porterà, entro i prossimi otto anni, al 10% del Pil brasiliano lo stanziamento che, comunque, entro il 2015 dovrà salire al 7%. Attualmente la media degli investimenti nell’istruzione da parte del governo (ma anche degli organismi regionali e locali) si aggira intorno al 5%. Sulla necessità di un aumento erano tutti d’accordo, ma sul volume di questo aumento le parti, anche all’interno del mondo politico, erano divise.
Il relatore del progetto, Vanhoni Angelo, aveva fissato come obiettivo massimo l’8% del Pil entro il 2020, mentre la Commissione aveva inviato una prima proposta al governo contemplando un aumento del 7%. Il nuovo piano, invece, fissa le direttrici principali dello sviluppo del settore dell’educazione nel paese, dandosi una ventina di obiettivi da suddividere per tutti i livelli dell’educazione, da quella infantile al livello superiore.
Si va quindi da un aumento dei salari di maestri e professori, all’universalizzazione dell’educazione infantile entro il 2016 per i bambini di quattro o cinque anni d’età o all’obiettivo del 50% di scolarizzazione per i bimbi in età da nido (0-3 anni). Altro obiettivo è quello di offrire un’educazione a tempo pieno in almeno il 50% delle scuole pubbliche, oppure quello di triplicare le matricole negli istituti tecnici e professionali di medio livello.
In Italia l’incidenza sul Pil della spesa in istruzione e formazione è pari al 4,6 per cento (2008), valore inferiore a quello stabilito dall’UE (5,2 per cento).
Luca La Gamma
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