Si chiama Adesamed Niam, ed è un imprenditore. Ha scelto Padova per avviare la sua attività: un’impresa funebre specializzata nel rito musulmano. Il titolare, marocchino originario di Rabat, sino ad oggi ha già stipulato e concluso 40 contratti. Ha organizzato i funerali, osservando scrupolosamente il rito islamico.
I clienti sono immigrati bengalesi, marocchini, senegalesi, algerini. E, ancora, famiglie libanesi, indiane e asiatiche. Affidando la cura dell’anima dei loro congiunti alle “attenzioni” di Adesamed, possono contare anche sulla presenza, nello stesso quartiere dell’agenzia, di una moschea adiacente alla basilica di San Giovanni, nella quale poter rivolgere l’estremo saluto ai “cari estinti”.
Che, secondo il rito musulmano, a seguito del trapasso, devono intraprendere, sdoppiandosi, il sonno eterno: una piccola parte della salma, infatti, viene inviata nel Paese d’origine, laddove la restante parte del corpo viene seppellita nei campisanti italiani.
L’imprenditore, professionista meticoloso, racconta i passaggi della sacra procedura, secondo cui devono essere garantiti, al defunto, una serie di accorgimenti. Innanzitutto, una posizione tale che gli consenta di “guardare” verso La Mecca per l’eternità. Poi, un lenzuolo bianco privo d’ogni rifinitura e l’accompagnamento non solo dei parenti, ma anche dell’Imam, che avrà il compito di dirigere la veglia funebre, con i canti e le preghiere.
Un tratto fondamentale dell’agenzia funebre musulmana, nonché condizione necessaria per il buon esito del funerale, è la velocità, sola caratteristica che può consentire, al contempo, l’intonazione delle preghiere in suffragio e il trasferimento(in aereo) del feretro nel luogo d’origine. Fatti salvi, naturalmente, i casi di “morte violenta”, per cui viene disposta l’autopsia.
Benché non piaccia ai familiari, i tempi della sepoltura, solo in questo caso, subiscono bruschi rallentamenti. E per tenere a bada i sentimenti già provati di chi piange i propri cari, Adesamed sa “reinventarsi” mediatore, per spiegare ai clienti che, se è stata avviata un’indagine, bisogna attendere il nulla osta delle procure.
Tuttavia, imprevisti a parte, l’idea dell’imprenditore consente ai parenti nuove possibilità di integrazione, persino nel delicato momento del lutto. E non a caso, qualche settimana fa, a godere dei servigi dell’impresa funebre è stato proprio un italiano convertitosi al credo islamico.
Emilio Garofalo
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