Siria, 200mila persone scappano da Aleppo

Proseguono i bombardamenti su Aleppo: in una settimana sono stati uccisi quasi 200 civili e 200mila persone hanno abbandonato le loro case per valicare i confini della città. Secondo Leon Panetta, segretario della Difesa Usa, questi attacchi non fanno altro che “scavare la fossa” al regime di Bashar al- Assad che ha scelto la città di Aleppo come propria roccaforte.

Malgrado la grave situazione, è sempre più difficile per la diplomazia trovare un accordo con il consiglio dell’Onu. Valerio Amos, responsabile per le operazioni umanitarie delle Nazioni Unite ha inoltrato questo appello: “Chiedo a tutti i partecipanti ai combattimenti di non prendere i civili come bersaglio. E’ molto difficile per le agenzie umanitarie assistere le famiglie sfollate”.

Amos ha anche aggiunto “ Ad Aleppo molta gente si è temporaneamente rifugiata in scuole o altri edifici pubblici nelle zone più sicure e necessita con urgenza di cibo, coperte e acqua potabile”. Intanto la Giordaniaha comunicato di aver aperto il suo primo campo profughi al confine con la Siriadove ogni giorno arrivano tra le mille e le duemila persone che vanno ad aggiungersi alle 140mila già presenti sul territorio.

Gli oppositori al governo di Assad hanno chiesto una riunione straordinaria del Consiglio di sicurezza dell’Onu per fermare “i massacri di civili che il regime si prepara a compiere” e l’istituzione di una “no fly zone” nel nord del paese per impedire all’aeronautica militare siriana di attaccare dal cielo.

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Il capo della diplomazia francese, Laurent Fabius, ha definito “boia” il presidente Assad e lo stesso governo di Parigi ha richiesto una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza, di cui la Franciaassumerà la presidenza in agosto. L’Europa però dovrà superare le resistenze di Mosca e Pechino.

Dimitri Medvedev, primo ministro russo, in un’intervista al quotidiano Times, ha definito la situazione in Siria meno grave di quanto molti pensino ed ha aggiunto : “Non so come sarà l’equilibrio politico in futuro e quale ruolo assumerà Assad al suo interno. Questo deve essere deciso dal popolo siriano. I nostri partner ci stanno spingendo a un’azione più forte. Ma poi la domanda è: dove finiscono le risoluzioni e inizia l’azione militare?”. Il governo russo di opporrà a qualsiasi intervento straniero o risoluzione Onu volta a spianare la strada ad un’operazione militare perché secondo Medvedev imporre la democrazia non è la strada giusta.

Susanna Orlandi


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