A sole due ore dall’iniezione letale, i giudici della Corte Suprema della Georgia hanno sospeso la sentenza a carico di Warren Hill, il 52enne afroamericano affetto da gravi disturbi mentali e condannato a morte 21 anni fa per l’omicidio di un suo compagno di cella. A motivare il momentaneo annullamento dell’esecuzione è stata la modifica delle sue modalità.
Il Tribunale aveva, infatti, deciso di cambiare il protocollo: non più tre veleni iniettati in dose combinate, bensì un unico, potente anestetico chimico. Necessitando di tempo per stabilire la eventuale conformità di questo nuovo metodo alle norme regolatrici del diritto penale dello Stato, i Giudici supremi hanno fermato l’esecuzione.
Nel decreto, la Cortesi è espressa anche in merito all’appello depositato dai legali di Warren Hill per richiedere l’annullamento definitivo della condanna a morte per motivi di salute: il suo disturbo mentale renderebbe incostituzionale l’applicazione della pena capitale, in forza di una sentenza della Corte Suprema, risalente al 2002, che aboliva, di fatto, l’esecuzione di persone affette da disturbi psichici.
L’intera vicenda di Hill era ruotata attorno a uno scambio di perizie e contro-referti. Medici di parte e specialisti della Procura si erano espressi sulle soglie e sulle percentuali del suo quoziente intellettivo, diagnosticato dai primi come “inferiore alla media”, dai secondi non sufficienti per farne scaturire la non punibilità.
Le eccezioni sollevate dagli avvocati di Hill, in fine, nonostante i precedenti costituzionali, sono state rigettate, anche perchéla Georgiaè l’unico Stato americano in cui bisogna dimostrare “al di là di ogni ragionevole dubbio” la sussistenza del disturbo mentale per evitare l’esecuzione. I Giudici hanno, dunque, confermato la validità della condanna a morte, mutandone però la procedura. Una decisione che rappresenta, ora, la sola possibilità di salvezza per Warren Hill: se dovesse, infatti, contrastare con l’impianto normativo della Georgia, il tribunale commuterà la pena di morte in ergastolo.
Emilio Garofalo
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