foto di Stefano Romano
Dopo l’aria di festa in chiave peruviana, la macchina fotografica del nostro Stefano Romano ci racconta l’allegria e i colori del popolo boliviano. L’organizzazione de L’Isola del Cinema ha curato, all’interno dell’evento romano, una sezione dedicata alle “feste dei paesi andini” (il 27 luglio il Perù, il 3 agosto la Bolivia e il 9 agosto sarà la volta del’Ecuador).
La serata è stata incentrata principalmente sui balli tipici: a partire dai Bolivia Andina (diretti da Paola Gutierrez Montero) e dai Tango Sud (che hanno portato la tipica sensualità del ballo argentino), fino ad arrivare ai Nuovo Amanecer e ai Folklorico Mexicano “Los Rancheros”, sono stati tanti i corpi di ballo che si sono esibiti in un trionfo di colori e allegria. Due balli in particolare hanno colpito per la loro storia: il Tinku e la Morenada.
Il Tinku nasce come un combattimento (letteralmente significa sia “incontro” che “attacco fisico”) tra le varie comunità andine – in epoca pre-incaica – che poteva essere considerato a tutti gli effetti un’adorazione a Pachamama, la Madre Natura. Durante gli accesi combattimenti spesso veniva sparso del sangue; ogni vittima era da intendere come un sacrificio a Pachamama per chiederle – con la fertilizzazione della terra attraverso il sangue umano – un raccolto ricco e abbondante. La Morenada invece è una danza nata in epoca coloniale – quando gli invasori europei costringevano le popolazioni africane (importate per vivere come schiavi) a estenuanti ritmi lavorativi – e narra la non sempre facile convivenza tra popolazione autoctona, popolazione africana e colonizzatori europei. Da questa convivenza nata col sangue e con tanti sacrifici è nata la base dell’Estado Plurinacional de Bolivia, il cui motto è – appunto – “La unión es la fuerza”.
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