Nonostante incontri e telefonate a destra e a manca tra i vari leader europei, la crisi dell’Euro continua a mietere vittime. Tra i paesi più colpiti c’è la Spagna, che nonostante la recessione incalzante sembra intenzionata a continuare a rifiutare gli aiuti dell’eurogruppo. Uno dei dati più agghiaccianti è quello della disoccupazione che ha raggiunto il picco di 24,6%, dato più alto mai registrato dalla fine della dittatura franchista del 1976. Ciò che maggiormente inquieta è la situazione de los jovenes. Secondo i dati OCSE uno giovane su due non ha un lavoro e non studia.
A fronte di questa Guernica lavorativa tanti sono gli spagnoli che abbandonano il proprio paese per il Nord Europa, che tuttavia sta innalzando sempre maggiori barriere. Ma sono tanti anche coloro che emigrano a sud. Per la precisione Marocco. Non certo per il valore degli stipendi, che si aggirano intorno ai 300 euro mensili, ma per il basso costo della vita. Secondo le stime sono oltre tremila i giovani spagnoli rifugiatisi nel nord del Maghreb, senza contare coloro che si trasferiscono per pochi mesi continuando a cercare lavoro nella terra natia. Per lo più, a detta della televisione olandese NOS, i giovani sarebbero impiegati nel turismo e nei call-center.
In media negli ultimi anni il Pil marocchino è cresciuto del 4-5% facendo crollare la disoccupazione dal 22% del 1999 al 9,8% del 2010. A questo ha contribuito notevolmente l’immigrazione di tante famiglie nei paese dell’Eurozona, che grazie a stipendi più alti hanno potuto inviare denaro nel proprio paese.
Per quanto riguarda la Spagna, la situazione è diventata tragica anche per chi ha migrato vent’anni fa che si vede costretto a tornare nel paese d’origine perdendo tutto ciò che ha costruito in anni e anni di lavoro. Secondo “L’economiste” saranno migliaia i cittadini del Regno costretti a tornare nella terra natale e creare imprese con i soldi messi da parte dal 2000, anno del boom spagnolo, ad ora, con la speranza di non affondare. Molti economisti temono che questo grande afflusso spagnolo e di immigrati di ritorno, possa nuocere gravemente all’economia marocchina che negli ultimi anni era riuscita a crescere attirando un gran numero di investitori stranieri. Al momento però sembra che la vicenda non turbi il sonno di Rajoy o degli altri leader europei.
Luca Iacoponi
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é giusto che noi ci preoccupiamo per la Spagna e per il Marocco, così almeno ci distraiamo. Da noi la disoccupazione (statisticamente) pesa meno che in altri Paesi perché non tutti hanno l’istituto della CIG che é una forma di sussidio alla disoccupazione, ma non essendo censito come tale coloro che ne usufruiscono non vengono considerati disoccupati. Il Bel Paese da un sacco di anni é andato in secca ed ora sta affondando, ma, complici i mezzi di (dis)informazione continuiamo a considerarci una “grande potenza” ed a non prendere in considerazione un vigoroso passo indietro ed un ritorno ad un’Economia e ad un Lavoro più sani e meno doppati.