E’ un vero e proprio processo di desertificazione avanzato quello che sta colpendo i territori africani a Nord della Nigeria. Il deserto sta fagocitando i campi coltivati e le aree potenzialmente coltivabili. Gli Stati aggrediti dal deterioramento ambientale, in parte imputabile al massiccio sfruttamento delle risorse e alle scomposte attività umane, sono quelli compresi nel lembo di terra a nordovest del continente nero.
Zamafra, Yobe, Katsina, Nasarawa, così come Jigawa, Kebbi, Gombe e Borno: sono questi i Paesi in cui si sono ridotte drasticamente le aree fertili. E questi sono pure gli Stati vittime, nei giorni della crisi ambientale, di un ulteriore smacco, causato esclusivamente dalla superficialità di alcune scelte politiche e amministrative e da un’ “allegra” gestione delle risorse economiche.
I fondi previsti dai piani ambientali di tutela e di sviluppo, relativi all’arco temporale che va dal 2011 al 2012, sono stati infatti interamente intercettati dai territori confinanti con l’estremo sud della Nigeria, ovvero il lato opposto rispetto a quello colpito dalla incalzante desertificazione.
Il maggiore beneficiario dell’assistenza finanziaria è stato il piccolo nucleo urbano di Jola, famoso per aver dato i natali a Goodluck Jonathan, attuale presidente della Nigeria. Un finanziamento milionario (42miliardi di naira, equivalenti a circa 210 milioni di euro), dunque, interamente confluito nelle casse degli Stati del Sud che potranno apportare, così, delle migliorie ai servizi e alle infrastrutture nazionali.
Nello Stato meridionale di Bayelsa, sarebbero già stati impegnati circa cinque miliardi di naira nella città di Otuoke, per la ristrutturazione del polo universitario e per la bonifica dei terreni e delle distese del Paese.
Una manna per i Paesi del Sud, un dramma per le terre del Nord. Queste ultime, oltre a una siccità imposta da un processo di stravolgimento climatico e ambientale, stanno andando incontro anche a una “secca” finanziaria di grandi proporzioni. I dati dei programmi dell’Ufficio governativo federale per il fondo ecologico, sono stati confrontati con le denunce di geografi ed esperti ambientali nigeriani.
L’esito dell’indagine è stato commentato duramente sulle colonne del quotidiano nazionale, il Daily Trust: l’opinione pubblica è concorde nel ritenere che la gestione scorretta dei fondi sarebbe “la più grave minaccia per l’agricoltura e, in generale, per l’economia locale nel nord del Paese”. Inoltre, è opinione corrente quella secondo cui l’assegnazione del denaro riservato agli interventi a tutela dell’ambiente sia stata mossa da “logiche clientelari”.
Emilio Garofalo
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