Nello Stato di Sinaloa, in Messico, è stato arrestato un 16enne sospettato di almeno cinquanta omicidi. Francisco Miguel, questo il nome del pluriomicida, al momento della cattura, aveva una pistola alla cintola.
Il ragazzo ha presumibilmente preso parte ad un’imboscata fatta ad un convoglio di poliziotti ministeriali, nella quale sono stati uccisi sette militari a colpi di fucile.
E’ stato il Procuratore di giustizia di Sinaloa a dare notizia del fermo. Il giovane killer, originario di Tijuana, bassa California, sarebbe anche uno degli esecutori materiali dell’uccisione e della sepoltura di otto persone a ridosso della frontiera dello Stato e del massacro di sette proprietari terrieri.
Il 16enne avrebbe fatto parte dei “Los Mazatlecos”, un gruppo di 17 killer che operava per conto dei narcotrafficanti di Sinaloa, ormai disgregato a causa della morte o della cattura della quasi totalità dei componenti.
In quanto minore, il ragazzo rischia al massimo sette anni di carcere e questo è uno dei principali motivi che spinge le bande criminali a reclutare i giovanissimi, invogliandoli con costosi regali e feste e proponendo loro un lavoro come spie o killer.
Il fenomeno dei minori assoldati da criminali in Messico è allarmante. Secondo le stime della “Redim”, la Rete dei diritti dell’infanzia del Messico, i minori che entrano a far parte di bande di questo tipo sono almeno 30.000. Sono sempre più numerosi, inoltre, i cadaveri di minori ritrovati torturati e decapitati.
Paola Totaro
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