Prima di dichiararlo apertamente, Rupert Everett ha specificato di non parlare a nome della comunità gay. Solo dopo questa opportuna premessa, l’attore di Norwich si è lasciato andare a un inciso provocatorio, un affondo senza mezzi termini: “Non riesco a pensare a niente di peggio che essere cresciuto da due papà”.
Una frase che, secondo alcuni, sarebbe una “stilettata” al fianco di Elton John, pur non avendo l’attore fatto precisi riferimenti. Ad ogni modo, la rockstar, con il compagno David Furnish, sta crescendo il figlioletto Zachary, due anni il prossimo Natale: quanto basta, secondo i maligni, per vedere, nel “baronetto”, uno speciale destinatario della dichiarazione.
Pronunciata dopo aver preso spunto dalle posizioni di sua madre, che l’attore ha inteso sostenere a piena voce, la frase di Rupert Everett, il cui volto ha ispirato, in Italia, Tiziano Sclavi nel dare vita all’eroe del suo fumetto di successo, Dylan Dog, probabilmente porterà a una spaccatura all’interno delle comunità omosessuali, causando tante obiezioni di coscienza quante radicali proteste.
Ogni riferimento a circoscritti gruppi di persone accomunati dalla preferenza sessuale, tuttavia, è stato smentito e il divo, omosessuale dichiarato da oltre vent’ann, anzi, ha ribadito di appartenere ad una sola comunità: “l’umanità”. E proprio questa appartenenza lo ha portato a riflettere su quale sia la migliore educazione da garantire ai bambini.
“Penso che un bambino abbia bisogno di un padre e di una madre. Alcune persone non saranno d’accordo con me, ok. È solo la mia opinione”. Poche parole e molte polemiche, a seguito della discussa intervista pubblicata dal quotidiano “Telegraph” sull’inserto domenicale. Un’intervista che ha assunto anche i connotati di una difesa preventiva rispetto alle accuse, attese dal divo britannico, e puntualmente arrivate.
Grande, infatti, è lo sconcerto delle associazioni e dei singoli impegnati nella battaglia per il riconoscimento della parità di trattamento degli omosessuali attorno alla figura di Rupert Everett, che già cinque anni fa aveva suggerito, ai suoi colleghi gay, di non fare coming out: c’è il serio rischio di vedere danneggiata la propria carriera, dopo anni e anni passati a costruirla.
Parole, già allora, velate d’ambiguità. Secondo i suoi sostenitori, un impietoso e duro commento alle ciniche e spietate leggi dello show business. Secondo i detrattori, una contraddizione caratteriale e comportamentale. Ma, forse, semplicemente una lunga serie di punti di vista.
Emilio Garofalo
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