Con un provvedimento emanato dal Governo, la Spagna ha abolito l’assistenza sanitaria gratuita per gli stranieri irregolari. I clandestini presenti all’interno dei confini iberici sono circa 900mila e non dispongono delle finanze necessarie per versare i contributi alla previdenza sociale.
Quanto basta per interdire loro l’accesso alle cure mediche. L’assistenza riservata agli immigrati clandestini approdati sulle coste spagnole sarà garantita solo in caso di interventi d’urgenza. Restano, inoltre, tutelate le donne in gravidanza, i minorenni, i sieropositivi e gli affetti da malattie epidemiche o contagiose.
L’obiettivo dell’esecutivo sarebbe quello di arginare il fenomeno del “turismo sanitario”. Al Governo non sono sfuggiti, infatti (specie nei giorni della crisi finanziaria), i conti delle perdite causate dalla fuga degli stranieri iscritti all’assistenza sanitaria spagnola ma residenti all’estero. L’intervento garantirebbe, secondo le stime ufficiali, alle casse dello Stato, un risparmio circa 1,5 miliardi all’anno.
Continua, dunque, l’opera disperata di risanamento tentata dal Governo spagnolo per rientrare nei limiti imposti da Bruxelles. E passa attraverso la revisione di un nuovo capitolo di spesa, quello appunto dell’assistenza sanitaria agli immigrati irregolari. Un intervento che è stato salutato dai diretti interessati con un sit-in di protesta, organizzato nei pressi dell’ospedale Maranon, a Madrid.
Centinaia di stranieri si sono assiepati nei pressi della struttura e hanno dato luogo a una manifestazione pacifica. Analoghe manifestazioni si sono svolte in altre parti del Paese: da Valencia a Burgos, da Lanzarote a Las Palmas, nelle isole Canarie, si è levato alto il coro di quanti hanno chiesto la revoca del decreto, la cui approvazione risale allo scorso aprile.
E dalla parte degli stranieri privati dell’assistenza sanitaria si sono schierate anche numerose aziende sanitarie regionali. Sono ben sei, infatti, le regioni (tra queste, la Catalogna e la Galizia) intenzionate a non osservare le nuove norme imposte dal decreto firmato dal premier Mariano Rajoy, conservatore del Partito popolare: nelle strutture di loro competenza, le cure mediche ai clandestini continueranno a essere erogate.
Emilio Garofalo
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