Israele si isola e chiude le porte alla Cisgiordania in occasione dello Yom Kippur, il tradizionale giorno di pentimento e preghiera, durante il quale gli ebrei non mangiano per 25 ore (o per 48 nei casi più estremi) e rinunciano a qualunque forma di lavoro chiudendo negozi e sospendendo anche ogni attività televisiva. Dal valico di transito sul confine non potranno infatti passare veicoli, ad eccezione dei carichi per aiuti medici e umanitari. Stato di allerta dunque in tutto il paese, con la parte est di Gerusalemme già in fermento a causa del film anti-islamico “L’innocenza dei musulmani”. Particolare attenzione anche ai vari centri dove vengono in contatto la cultura islamica con quella ebraica, in cui sono spesso avvenuti episodi di violenza – come quelli ad Akko quattro anni fa.
A.G.F.
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