Il “cinguettio” informatico come forma di confessione. Accade nella prestigiosa università statunitense di Harvard, dove la comunità ebraica di Harvard Hillel, per festeggiare lo Yom Kippur si è inventata un curioso esperimento social: incoraggiare i membri della comunità a confessare pubblicamente su Twitter i propri peccati.
Come riporta il quotidiano ebraico “The Atlantic”, il presidente della comunità Michael Gil, ha spiegato che lo scorso anno sono stato distribuite cartoline per il capodanno ebraico, il “Rosh HaShana, nelle quali bisognava scrivere i propri peccati per poi farle tornare al mittente per Kippur, dove poi sarebbero state usate per la cerimonia di espiazione pubblica.
“Al di là delle difficoltà logistiche – racconta Gil – la cosa ci è sembrata troppo distante dall’idea di comunità: scrivere i tuoi pensieri su un pezzo di carta è un’azione troppo solitaria. In Twitter abbiamo visto l’opportunità di incoraggiare i nostri membri a riflettere e a prepararsi per Yom Kippur, mantenendo intatta quell’esperienza di comunanza e condivisione che è il cuore della nostra festa più sacra”.
Per confessarsi pubblicamente nel social network è necessario inserire l’hashtag #AlChetHarvard, ma da quanto “confessa” il presidente Gil per il momento pochi sono i tweet di pentimento.
Scrive H. Raven Rose: “Per il peccato d’ira mostrato agli altri che ha provocato dolore, che ho giustificato perché anche io ho provato dolore”.
“Ho peccato contro il prossimo perché non ho messo la mia ricchezza a disposizione degli altri” confessa Sarah Mulhern.
C’è anche chi parla della situazione palestinese e scrive: “Per il peccato che abbiamo commesso contro di voi per aver permesso che accadessero per mano nostra ingiustizie nei confronti dei Palestinesi”.
Oggi 26 settembre è il giorno dell’espiazione per gli ebrei, lo Yom Kippur, una delle festività più solenni dell’anno in cui si pratica il digiuno e l’astensione da ogni attività quotidiana. A partire dal tramonto del giorno precedente a Kippur, i credenti confessano i loro peccati attraverso le due preghiere, Ashamnu e Al Chet. Nella religione ebraica, la confessione è un atto pubblico e comunitario e ci si riferisce a se stessi con il termine “noi”.
F.C
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