Poco prima delle 14 ore italiane di ieri un’autobomba è esplosa a Sassine Square, nella zona est (quella cristiana) di Beirut, in Libano. Nell’attentato è morto il generale Wissam al Hasan, capo del servizio informazione della polizia libanese e probabilmente bersaglio dell’attacco. Il generale era stato accusato del fallimento di un complotto di matrice filo-siriana e recentemente, dagli sciiti di Hezbollah, di fornire armi agli oppositori siriani dell’Esercito libero.
Secondo l’agenzia stampa libanese Nna-leb, citando fonti della Protezione Civile, il bilancio è di almeno otto vittime. Per la Croce Rossa libanese i feriti sarebbero circa ottanta, diversi gravi. Da parte del Ministro della Sanità, Ali Hassan Khalil, giunge un bilancio “provvisorio” differente: 8 vittime e 86 feriti. L’ipotesi attentato è stata dichiarata “altamente probabile” dal ministro delle Telecomunicazioni Nicholas Sehnaoui.
All’ora di punta di venerdì, Ashrafieh, il quartiere dove è avvenuta l’esplosione, era molto frequentato e Sassine Square è nota per la sua area pedonale, i negozi i ristoranti, e le molte banche. Nella stessa zona hanno sede la radio Voice of Lebanon e Lbc Europe, un’emittente televisiva che è riuscita a monitorare dall’alto la piazza ed ha indicato il parcheggio di una banca (la Bemo, Banca europea per il Medio-Oriente) come luogo dell’esplosione. Secondo testimoni l’auto esplosa sarebbe stata una Mercedes 300.
Paola Totaro
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