Russia, squadrismo omofobo in un locale: “Mi hanno buttato acido negli occhi”

Diversi feriti, tre ricoverati uno dei quali a seguito di acido versato negli occhi, un’altra con delle schegge di vetro negli occhi a causa della rottura degli occhiali per le percosse ricevute. Questo il bilancio dell’agguato di matrice omofoba compiuto ieri da un commando di venti neonazisti nazionalisti mascherati, rasati a zero e vestiti di nero all’interno di un locale gay, il “7FreeDays” di Mosca. L’evento ha avuto luogo in coincidenza del “Coming Out Day“.

“Non ci hanno nemmeno minacciati, hanno subito iniziato a picchiare”, hanno raccontato le vittime dell’aggressione. L’assalto annunciato soltanto da un “Avete ordinato una rissa?” pronunciato da uno dei venti, entrati nel locale dopo aver minacciato con una pistola – secondo la testimonianza di Andrei Obolensky, organizzatore dell’evento – il personale di sicurezza all’ingresso, poco prima di far rovesciare tavoli e picchiare i presenti avventandosi con calci e pugni in particolare contro le ragazze prima di scappare di corsa.

Un testimone oculare dell’aggressione, oltre ad aver denunciato la presenza di due pali all’esterno del locale, ha postato su Twitter alcune foto del dopo-raid con il locale totalmente sotto sopra e delle foto delle persone ferite. Le forze dell’ordine, avvertite intorno
alle 22.30 da alcuni cittadini che denunciavano l’irruzione nel locale di ” persone con intenzioni chiaramente aggressive”, sono intervenute un’ora dopo quando ormai gli aggressori avevano fatto perdere le proprie tracce. Le immagini delle telecamere di sicurezza sono attualmente al vaglio degli inquirenti. Non si tratterebbe di un caso isolato poiché raid simili si sono verificati in altri club gay friendly e nasce in seno alla politica di feroce omofobia che si sta diffondendo in Russia così come in Serbia e Ucraina.  L’intergruppo Glbt al Parlamento europeo ha espressamente condannato “il violento attacco al locale gay di Mosca. Si tratta di una diretta conseguenza delle nuove legge anti-gay, che determinano, nel Paese, un clima di impunità“.

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Valentina Ersilia Matrascìa


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