A un anno dalla strage di Firenze, la solidarietà arriva tra le scuole del Senegal

E’ passato quasi un anno dal quel tragico 13 dicembre 2011, quando una mano fascista uccise due senegalesi a Firenze: Mor Diop e Samb Modou.  Altri tre connazionali furono gravemente feriti. In quella circostanza divenne ancora più chiara a tutti la realtà di tanti immigrati, i quali – oltre al dolore per l’abbandono di casa e famiglia – sono costretti a subire soprusi, violenze e odio razziale. Dopo l’orrore, la società civile si è attivata con iniziative di solidarietà. Un modo per cercare di sanare la ferita inferta agli immigrati senegalesi ma anche alla stessa comunità fiorentina.

Arci Toscana, Unicoop Firenze, Cgil Toscana e la Fondazione “Il cuore si scioglie”, che avevano subito organizzato una raccolta fondi a favore del popolo senegalese, ora danno notizia della cifra raccolta e delle iniziative benefiche che verranno avviate. I 25.000 euro raccolti saranno usati per ristrutturare due scuole dei villaggi d’origine di Mor e Samb.

Nella scuola elementare di Darou Salam Tenefoul a 12 km da Diourbel, circa 1000 abitanti, saranno ristrutturate due aule, ora inagibili. Questo intervento permetterà alla comunità di avere anche la scuola media, evitando così l’abbandono scolastico dei giovani della zona.

Nella scuola elementare di  Ndiaye Bopp – nella regione di Thiès da cui provengono molti dei migranti senegalesi residenti a Firenze -saranno restaurati tetto e infissi, e imbiancati i muri. Entrambe le strutture saranno fornite di tavoli, lavagne, banchi, armadietti e materiale scolastico.

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Un gesto che getta una luce di speranza anche per la comunità senegalese a Firenze. Come racconta Pape Diaw, il loro leader: “La loro tragica morte ha fatto nascere nei loro villaggi due scuole, e i giovani del posto saranno più istruiti e più sani”. E aggiunge: “Questi interventi permetteranno ai bambini di non dover percorrere ogni giorno 21 chilometri a piedi per andare alla scuola media. La sanità e l`istruzione sono alcuni dei maggiori problemi in Africa ma se abbiamo ragazzi più istruiti e sani forse possono aver meno bisogno di emigrare verso altri paesi. Con questi interventi vogliamo ricordare ma anche raccontare cosa è successo dopo questa terribile strage razzista”.

Anche i sostenitori del progetto hanno voluto esprimere il dolore ed il desiderio di combattere ogni forma di razzismo. Come ha rimarcato il segretario della Cgil Toscana Alessio Gramolati, “Quella di piazza Dalmazia è stata la più grande strage razzista e fascista che l`Italia abbia conosciuto. Il nostro intervento è stato presentato oggi in vista del Social Forum che si terrà a Firenze nei prossimi giorni e che sottolinea una volta di più il profilo antirazzista della comunità fiorentina. In quella Firenze che anche dopo il 13 dicembre dell`anno scorso ha dimostrato grande civiltà”.

A nome di Arci Toscana parla il presidente Gianluca Mengozzi “va assicurato un percorso di chiusura di una ferita gravissima per la comunità senegalese e per tutti noi. Noi ci siamo e ci saremo”.

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Soddisfatti anche Claudio Vanni, responsabile delle relazioni esterne di Unicoop Firenze, e Daniela Mori, vicepresidente della Fondazione che da dieci anni si occupa di cooperazione e progetti di aiuto ai paesi più bisognosi, i quali affermano: “è questa una strada giusta per ricordare Mor e Samb”.

Il prossimo 13 dicembre molte saranno le iniziative per ricordare i due giovani senegalesi. Primo fra tutti il minuto di silenzio che tutti gli studenti toscani  osserveranno nelle proprie classi. Durante la giornata a Firenze, si svolgerà un convegno contro il razzismo ed un corteo, con partenza da Piazza Dalmazia, luogo della tragedia, raggiungerà il centro.

Concluderà la giornata un concerto al Palamandela  – organizzato dal Comune di Firenze – che vedrà la partecipazione del ministro del Turismo e della cultura del Senegal, Youssou Ndour.

Paola Totaro


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