In questi giorni il dibattito sulla pena di morte negli USA è tutto orientato ad Ovest, in California per l’esattezza, Stato che vede la sua ultima sentenza esecutiva inflitta nel 2006, dove il 54% di persone ha votato NO alla potenziale sostituzione della pena con l’ergastolo, un risultato che stride con gli altri traguardi raggiunti in questi giorni (Marijuana legalizzata in Colorado e Massachusetts, nozze gay in Maine, Maryland e Washington) dai cittadini di un America sempre più liberal.
Tuttavia tra i 33 Stati che ancora utilizzano la pena capitale c’è chi non la mette neanche in discussione, come il Texas la cui 13esima vittima dello Stato si chiava Mario Swan, 33 anni, nero e condannato a morte per un omicidio durante una rapina in casa. Si tratta della 38esima vittima negli USA da inizio anno; da quando la pena di morte è stata ripristinata in Texas nel 1976, sono state giustiziate 490 persone.
In Pennsylvania, invece, è stata concessa una sospensione della pena di morte a Hubert Michael, 56 anni, bianco, da 17 anni nel braccio della morte per aver rapito ed ucciso un’adolescente nel 1993.
La Corte Suprema ha rigettato il ricorso presentato dallo stato della Pennsylvania perché l’esecuzione avesse luogo. Se dovesse avere luogo, si tratterebbe della prima esecuzione nello stato della Pennsylvania dal 1999. La strada sembra dunque ancora lunga per una moratoria a livello federale che possa portare alla completa abolizione di questo estremo strumento coercitivo.
Alex Bizzarri
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