Parlando delle Sfingi e delle Piramidi di Giza (con riferimento anche alle statue di Buddha a Bamyian, in Afghanistan, demolite dai talebani) il predicatore jihadista Salem al Gohary ha detto: “Tutti i musulmani hanno il compito di applicare gli insegnamenti dell’Islam per rimuovere tali idoli”. Vanne distrutte, insomma.
Un’idea pericolosa, quella di al Gohary, e non solo per l’innegabile istigazione alla violenza ma anche per il potenziale danno arrecato al settore turistico egiziano, in profonda crisi a causa dei moti rivoluzionari dello scorso anno.
Di condanna e indignazione, infatti, è intrisa la risposta dell’Unione delle Camere egiziane alla provocazione del predicatore. Un 50enne che vanta un passato “di tutto rispetto”, tra sentenze penali di condanna, evasioni dai penitenziari e fughe clandestine.
Infatti, l’uomo, che ha chiesto la distruzione di Sfingi e Piramidi durante un’intervista sul canale Dream Tv, è famoso, in Egitto, per le sue posizioni apologetiche nei confronti della violenza. Condannato per ben due volte, durante gli anni della presidenza di Hosni Mubarak (a suo carcio anche una condanna all’ergastolo), Salem al Gohary è stato clandestino in Afghanistan.
Ha attraversato gli Stati di Pakistan e Siria, salvo poi essere riconsegnato, nel 2011, alle autorità egiziane. A seguito della caduta di Mubarak, una sentenza giudiziaria lo ha in fine salvato, rimettendolo in libertà.
Una libertà che il predicatore ora “sfrutta” per lanciare nuovamente propri moniti. E proprio a seguito di una richiesta, avanzata da migliaia di ultraconservatori islamici riunitisi a Il Cairo, in piazza Tahrir, di una dura applicazione della sharia nella nuova Costituzione, l’uomo ha lanciato la sua provocazione.
Le dichiarazioni di al Gohary hanno suscitato preoccupazioni tra i liberali, i laici e i non-musulmani egiziani: temono che i fedeli possano colpire le importanti mete.“Dio ha ordinato al Profeta Mohamed di distruggere gli idoli”, ha spiegato al Gohary. Al quale ha risposto il vice presidente della Tunisia, nonché esponente del partito di di Ennahda, lo sceicco Abdel Fattah Moro.
Intervenuto telefonicamente nella diretta televisiva, Moro ha ricordato che, in passato, durante le conquiste militari in Egitto, non si colpivano le statue. Perciò, “chi sei tu per farlo?” ha tuonato il leader. Aggiungendo, poi, che “Il Profeta ha distrutto gli idoli perché la gente li adorava, ma la Sfinge e le piramidi non sono adorati”.
Emilio Garofalo
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