Siamo al quarto giorno dell’Operazione Colonna di nuvole (poi rinominata “Colonna di difesa”). Il bilancio (tristemente provvisorio) è di 38 vittime palestinesi (otto solo oggi) e 3 israeliane. Senza considerare le centinaia di feriti gravi. Questa mattina l’ufficio del primo ministro dell’enclave palestinese, Ismail Haniyeh, è stato completamente distrutto dai bombardamenti. Sempre in mattinata dalla Striscia sono partiti oltre 20 razzi; non si sono registrati danni o vittime. L’artiglieria, la marina e l’aviazione israeliana hanno colpito, finora, oltre 830 obiettivi. In questi istanti è stato bombardato anche il porto, vicino al quale sono rifugiati gli internazionali presenti sulla Striscia.
Stando all’agenzia ufficiale iraniana Irna, inviti ad attuare “azioni di rappresaglia” contro Israele per porre termine ai “crimini del regime sionista a Gaza” sono stati lanciati al mondo islamico dal ministro della Difesa di Teheran, Ahmad Vahidi. Ieri il primo ministro egiziano aveva visitato Gaza per esprimere solidarietà e supporto.
Mentre gli Stati Uniti esprimono apprezzamento per lo sforzo che l’Egitto sta attuando per ridurre la tensione tra Israele e la Striscia di Gaza, le forze armate di Tel Aviv invitano la popolazione a stare alla larga da obiettivi sensibili. L’esercito israeliano sta preparando, stando a quanto dicono fonti interne, la fase due dell’Operazione: l’invasione via terra. Oltre 16mila riservisti sono stati richiamati; le truppe (principalmente fanteria e membri del Genio) così come i carri armati sono ammassati lungo il confine.
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