Un tribunale della California ha condannato Mark Basseley Youssef, l’autore de “L’innocenza dei musulmani”, a un anno di carcere. Il regista ha confessato l’utilizzo di false identità e di aver violato dei termini della libertà condizionata imposta nel 2010 dopo una condanna per frode. I suoi legali – riporta l’Huffington Post – avevano richiesto gli arresti domiciliari, ma il giudice distrettuale Christina Snyder ha sottolineato gli inganni perpetrati e l’uso di nomi falsi durante la lavorazione del film.
“Quello che mi ha chiesto di riferire”, ha dichiarato Steven Seiden, suo avvocato difensore, “è che il presidente Obama potrebbe aver tolto di mezzo Osama bin Laden, ma non ha ucciso la sua ideologia”. Il regista, un cristiano copto emigrato dall’Egitto nel sud della California e condannato nel 2010 per una truffa bancaria da 800mila dollari, avrebbe inoltre imbrogliato diversi attori, che hanno lamentato il fatto di essere stati contattati per un film sull’antico Egitto e di aver visto solo a produzione ultimata il doppiaggio anti-islamico.
Intanto l’Iran promette di produrre un suo documentario, da rilasciare inizialmente in inglese, farsi e arabo, sulla vita di Maometto. L’uscita de “Il Profeta” è, secondo l’agenzia ufficiale di informazione Irna, “la prima risposta mediatica del mondo musulmano al diffamatorio film americano”. Il film sarà prodotto congiuntamente dalla Società per il dialogo tra l’islam e il cristianesimo e dall’Associazione dei canali tv e radio islamici.
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