Un ragazzo di 15 anni è morto durante le proteste al Cairo contro il decreto del governo che ha aumentato i poteri al presidente Mohammed Morsi. Il giovane era un militante dei Fratelli Musulmani. Da giovedì, giorno di presentazione del decreto, i feriti superano i 500 – di cui 60 solo ieri sera a Damanhour – tra oppositori e sostenitori del presidente. “Chiediamo al presidente di aprire un dialogo con tutte le forze politiche di piazza Tahrir – dice un manifestante – e di annullare il decreto”.
Morsi, primo presidente egiziano eletto dalla caduta di Mubarak, aveva anche dichiarato che ogni decisione presa dal suo insediamento è inoppugnabile. Dopo la decisione di attribuirsi poteri quasi illimitati, il Presidente ha poi precisato che il decreto è temporaneo. Ma la scelta non convince né l’associazione degli avvocati né quella dei giornalisti, che hanno indetto uno sciopero. L’opposizione ha espresso preoccupazione per la tenuta della democrazia. Anche i magistrati si sono espressi contro il presidente: “Attacco senza precedenti all’indipendenza”.
Oggi si è svolto un vertice con i massimi giudici del paese per cercare di trovare una soluzione alla situazione creatasi. Morsi ha 24 ore di tempo per trovare un’intesa con le forze politiche. L’opposizione infatti ha organizzato per domani, martedì una nuova manifestazione di piazza.
Paola Totaro
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