Lo scrittore Zahed: “Se Maometto fosse vivo, sposerebbe i gay”

“Sono sicuro che se il profeta Maometto fosse ancora vivo, sposerebbe le coppie gay”. Sono queste le parole che hanno attirato le ire di tutta la comunità musulmana francese e non solo. A pronunciarle Ludovic Mohamed Zahed a France24.  Francese, ma di origine algerina, noto ai più per essere lo scrittore di “Le Coran et la Chair – Il Corano e la carne”, Ludovic da sempre lotta con se stesso e con gli altri per l’accettazione dei diritti omosessuali all’interno delle comunità islamiche.

Cresciuto con un padre e un fratello che speravano di farlo cambiare a bastonate, Ludovic ha visto subito nella fede del Corano qualcosa che poteva salvarlo. Inizialmente vicino ai salafiti, prende una strada completamente diversa quando li vede macchiarsi del sangue dei civili negli attentati che caratterizzarono l’Algeria degli anni ’90.


Dopo aver scoperto di essere sieropositivo e aver confessato la sua omosessualità alla famiglia, fonda l’associazione Homosexuels musulmans de France – HM2F e decide di viaggiare per portare in giro questo messaggio nel mondo. In Sud Africa incontra Qiyam al-Din, dove si sposano civilmente. Il 12 febbraio scorso, davanti all’imam Jamal, celebrano il primo matrimonio religioso per una coppia omossessuale in Francia.  Ed è subito polemica.

Ludovic però non si ferma, punta in alto. La sua prossima idea è quella di fondare una moschea per soli omosessuali, per tutelarli e per proteggerli nel momento della preghiera.  
Lo spiega al giornale turco Daily Hurriyet dove dichiara “nelle Moschee le donne devono sedersi in fondo e indossare l’hijab. Mentre i gay sono spaventati dai possibili attacchi fisici o verbali. Dopo il mio pellegrinaggio alla Mecca ho capito che una moschea per omosessuali è quanto più di necessario per i gay musulmani che vogliono poter pregare tranquilli”.

L’apertura, prevista per il 30 novembre, ha già creato parecchie preoccupazioni all’interno della comunità musulmana, alla quale però Ludovic risponde sicuro : “L’omossessualità non è certo una scelta e bisognerebbe essere matti per scegliere di essere omosessuali quando si proviene dal mio ambiente socio-culturale. L’omofobia e la misoginia sono presenti ovunque e io mi sono reso conto di poter essere una buona persona e di poter essere allo stesso modo omosessuale e musulmano. Mi sono riappacificato con me e con la mia religione. Sono sicuro che se me ne andassi domani, sarebbe col sorriso sulle labbra”.
Ilaria Bortot

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