Sec0ndo un rapporto del Dipartimento di Stato Americano all’Onu del 3 dicembre 2012, sarebbero più di 200, i “combattenti nemici”,così vengono classificati, che sono detenuti dal 2008 nel carceri americane di Parwan, in Afghanistan. Questi 200 reclusi non si distinguano dal resto dei detenuti per violenza, perfidia, efferatezza o crudeltà, ma perché minorenni.
L’età media di questi giovani detenuti è di 16 anni, dato che ha fatto scaturire le reazioni di diverse associazioni impegnate nella difesa dei diritti umani, come ad esempio l’American Civil Liberties Union che in una nota, diffusa negli scorsi giorni, sostiene che “se l’età media è di 16 anni vuol dire che ci sono anche bambini di 13 o 14 anni”. Jamil Dakwar, diretto del programma “diritti civili” di questa associazione aggiunge inoltre la sua preoccupazione per la possibilità che questi giovani prigionieri subiscano torture e abusi a livello fisico e mentale all’interno di questo penitenziario. Rincara la dose Tina M. Foster, direttrice esecutiva dell’IJC, International Justice Network e rappresentante dei detenuti adolescenti e adulti di questo carcere.
Attraverso il sito web della sua associazione, Tina dichiara: “Ho rappresentato bambini di 11 e 12 anni che sono stati a Bagram”. Tutti questi giovani detenuti sono stati fatti prigionieri nel corso delle operazioni militari, dell’esercito a stelle e strisce, contro al-Qaeda e i Talebani. Il luogo preciso nel quale questi ragazzi sono imprigionati è il carcere di Parwan nei pressi della base aerea di Bagram, non distante dalla capitale afghana Kabul. Un carcere che è in procinto di passare sotto il controllo delle autorità afghane.
La motivazione di questa detenzione viene motivata in poche righe dal Dipartimento di Stato Usa in questo rapporto sostenendo che la carcerazione di questi minorenni ha il fine di “impedire che tornassero sui campi di battaglia”. Il tempio medio di reclusione in questo carcere di questi baby-detenuti è di 1 anno dopodiché sono stati rilasciati o trasferiti sotto la custodia delle autorità afghane.
Secondo quanto riferisce l’agenzia stampa Reuters, nel prossimo gennaio, precisamente lunedì 14, una delegazione del Dipartimento di Stato americano sarà inviata a Ginevra dove dovrà rendere conto dei dati riportati in questo documento e sulle sue politiche riguardo ai minorenni nel proprio territori e all’estero. L’amministrazione americana dovrà quindi rendere conto e confrontarsi con il Comitato per i Diritti dei Bambini delle Nazioni Unite.
Stefano Zambon
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