Domenica 9 dicembre circa 200 persone hanno preso d’assalto con pietre e bastoni il Consolato iraniano ad Herat, città capoluogo della provincia omonima, nell’Afghanistan occidentale. La polizia è riuscita tempestivamente a disperdere la folla sparando colpi in aria.
I manifestanti si sono poi raccolti davanti il palazzo del governatorato di Herat mostrando le foto dei 13 giovani che sarebbero stati catturati ed uccisi dalle forze militari iraniane, e hanno reiterato la richiesta di restituzione dei corpi. Secondo le dichiarazioni di alcuni manifestanti rilasciate alla BBC Persian, i 13 giovani sarebbero partiti circa tre mesi fa in cerca di lavoro e fino ad oggi nessuno avrebbe ricevuto loro notizie.
Il personale diplomatico del consolato iraniano di Herat ha risposto negando l’eventualità che queste persone abbiano messo piede sul suolo iraniano. Ma molti sono pronti a dimostrare che i giovani, dopo aver attraversato il confine da Islam Qala, piccola cittadina di frontiera, siano stati catturati e uccisi dai militari iraniani nei pressi di Tayabad. “Vogliamo che le autorità iraniane ci consegnino le salme dei 13 giovani uccisi” dice un manifestante tenendo in mano la foto di una delle persone scomparse. Un altro aggiunge: “Sono quasi quattro mesi che chiediamo aiuto. Siamo andati fino a Kabul ma nessuno vuole ascoltare le nostre richieste. Vogliamo indietro i corpi dei giovani uccisi dai militari iraniani”. Per questa vicenda nelle scorse settimane si sono susseguite manifestazioni nelle principali città dell’Afghanistan. Tuttavia dopo la protesta di domenica scorsa qualcosa si è smosso e le autorità locali hanno fatto sapere che questa questione verrà presa in esame dal Ministero degli Affari Esteri afghano.
Questi avvenimenti non sono del tutto nuovi per gli afghani che tentano di emigrare in Iran. Molto spesso il governo iraniano spiegherebbe questi omicidi con la giustificazione di confondere i migranti con i narcotrafficanti che infestano le regioni orientali del Paese. Di fatto l’Iran, che dopo il Pakistan ospita la più vasta popolazione afghana rifugiata, sta da tempo usando il pugno di ferro per scoraggiare e ridurre la presenza di immigrati afghani nel Paese non solo attraverso politiche discriminatorie ma anche per mezzo di veri e propri rimpatri forzati. Attualmente sono presenti in Iran più di 1 milione di afghani fra quelli che detengono lo status di rifugiato e quelli che sono considerati illegali. E di certo Teheran non vuole che questo numero aumenti con l’ingresso di ulteriori migranti.
Dario Intini
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