Gaza, dopo la guerra il il 91% dei bambini non riesce a dormire

Secondo recenti riscontri dell’Unrwa (United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees) tra novembre e dicembre – cioè dopo l’operazione militare Colonna di nuvole –  è raddoppiato il numero dei pazienti assistiti a Gaza per traumi psicologici (PTSD – Disordini Post Traumatici da Stress). Queste cifre, che confermano i dati rilasciati dall’Unicef, riportano che il 42% dei pazienti in trattamento ha meno di nove anni, che il 91% dei bambini intervistati accusa disturbi del sonno e che l’85% dei bambini riportava modifiche nelle abitudini alimentari.

“Queste cifre vanno lette come un aumento dei problemi di salute mentale” dice Akihiro Seita, il direttore dei programmi di salute dell’UNRWA, “e l’esperienza professionale mi porta a dire che siamo di fronte a una vera e propria epidemia di traumi e disordini psicologici da stress, senza contare che le statistiche non tengono conto dei casi non segnalati, di cui magari abbiamo avuto solo esperienza diretta ma che non sono mai stati riportati ufficialmente”.

“La prima volta che sono tornato a Gaza dopo la guerra sono rimasto impressionato da quanto madri e bambini soffrissero per la portata dei bombardamenti. Tutte le mamme che ho incontrato nei centri di salute dell’UNRWA hanno messo in evidenza come i loro figli si comportassero in maniera diversa durante e dopo il conflitto: alcuni non dormivano più, altri non mangiavano, altri ancora non riuscivano più a parlare. E’ straziante ascoltare questi racconti, ancora di più l’esserne testimone”.

LEGGI ANCHE:   Covid e occupazione stanno stritolando ciò che resta della Palestina

Il portavoce di Unrwa, Chris Gunness, ha dichiarato: “Abbiamo allargato il trattamento psico-sociale includendo visite nelle scuole e nelle case in risposta all’aumento dei casi di PTSD. Per coprire i bisogni della popolazione l’agenzia ha bisogno di nuovi fondi: il nostro programma comunitario di salute mentale ha un costo di 3 milioni all’anno e per far fronte alle richieste abbiamo urgentemente bisogno di supporto da parte dei nostri donatori tradizionali e delle singole persone.”


Profilo dell'autore

Redazione

Redazione
Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.

2 Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potresti apprezzare anche

No widgets found. Go to Widget page and add the widget in Offcanvas Sidebar Widget Area.