Con l’operazione intrapresa lo scorso agosto, denominata Xenios Zeus, le forze dell’ordine greche stanno portando avanti una dura campagna di controllo e contrasto dell’immigrazione clandestina. Che, a causa di aspre tensioni, ha portato, ieri, gli agenti della polizia a commettere un colossale errore. A subirlo, Hyun Young Jung, un normale turista coreano, scambiato per un immigrato irregolare, e malmenato ripetutamente da un poliziotto in divisa e da un collega in borghese.
I fatti (così come riportati dalla Bbc). Jung è in strada, cammina liberamente come un normale turista. Un uomo alto, vestito in modo informale, quasi trasandato, lo raggiunge, lo ferma, gli rivolge delle incomprensibili parole greche. Il sudcoreano teme che stia cominciando una vera e propria truffa ai suoi danni. Non si ferma, non presta attenzione a quell’uomo pericoloso.
Continua a camminare fino a quando, di lì a breve, sopraggiunge un altro uomo, questa volta in divisa. La richiesta di mostrare i documenti. L’accondiscendenza di Jung che, mentre dà il passaporto all’agente, chiede a quest’ultimo che gli mostri il tesserino. Il coreano viaggia spesso, conosce bene le dinamiche degli inganni e le strategie dei truffatori. Vuole vederci chiaro, benché collabori con l’agente, mostrando il suo documento. Di fronte alla sua richiesta, però, il poliziotto si scatena.
Prima un pugno, poi un calcio violento. Ritorna l’uomo trasandato, collega in borghese. Il pestaggio continua. Mentre è a terra, Jung subisce le percosse dei due. La prima cosa cui pensa il turista è quella di essere finito nella trappola di due malviventi. Fino alla dolorosa scoperta: si tratta proprio di due agenti di polizia. Le manette, che di lì a breve si ritrova ai polsi, parlano chiaro. Jung viene trascinato alla stazione di polizia dove, stando alle denunce, l’uomo racconta il finale della sua drammatica vicenda: viene picchiato ancora, nonostante, con le manette ai polsi, non costituica alcun pericolo.
L’episodio è il sintomo di un malessere socio-politico che sta riguardando tutto il Paese ellenico. A causa dei grandi flussi migratori, degli arrivi ingenti di migranti irregolari che transitano dalla Grecia solo con l’intento di raggiungere altri Paesi, la lotta contro la clandestinità è aspra, intensa, dura e, a tratti, molto violenta, come priva di controllo.
Fermati lungo al linea di confine, nei posti di blocco presso le frontiere, gli irregolari superano ormai la soglia del 10% degli stranieri presenti nel territorio, L’operazione Xenios Zeus per arginare il fenomeno potrebbe, alla lunga, incidere negativamente sulla già martoriata economia interna, disincentivando l’unica risorsa del Paese: il turismo, fonte del 15% del PIL.
Qualche dato: oltre 60mila persone fermate, negli ultimi cinque mesi, per un totale di oltre 4.200 arresti. Ripetuti casi di errori e, dunque, abusi, come quello subìto dal turista americano Christian Ukwuorji, in Grecia per una vacanza con la sua famiglia, moglie e tre figli, costretto a un fermo presso la stazione di polizia, nonostante avesse regolarmente esibito tutti i documenti.
O l’incubo del professore indiano Shailendra Kumar Rai, docente all’ Athens University of Economics and Business, scambiato per un clandestino pakistano e arrestato soltanto perché, durante la pausa pranzo, non aveva con sé il passaporto. Fatti, questi, che continuano a susseguirsi e suscitano, tra l’ opinione pubblica e sulle pagine della stampa internazionale, un forte senso di indignazione, portando i media a interrogarsi anche su cosa sarà il turismo in Grecia, con questi presupposti, e a pochi mesi dalla nuova stagione estiva.
Emilio Garofalo
Profilo dell'autore
- Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
- Nord America16 Marzo 2024Quando Marlon Brando rifiutò l’Oscar per Il Padrino in solidarietà con i Nativi Americani
- Nord America5 Marzo 2024Nat Turner, lo schiavo-profeta che mise a ferro e fuoco la Virginia
- Italia5 Marzo 2024“Non abbiamo bisogno di odio. Mio figlio non sarà Balilla”
- Africa4 Marzo 2024I sudafricani bianchi che hanno lottato contro l’apartheid