Iran, arrestato di nuovo il pastore evangelico Yousef Nadarkhani

Tre mesi e mezzo fa era tornato libero Yousef Nadarkhani, un pastore cristiano iraniano condannato a morte per apostasia, per essersi cioè convertito al cristianesimo. L’uomo era stato assolto e la condanna revocata. Nadarkhani, 35 anni, che si trovava da 3 anni di carcere per reati d’opinione e perché accusato di aver tentato di convertire musulmani, l’8 settembre scorso era stato rilasciato su cauzione.

Alcuni funzionari di governo di Teheran, negando l’accusa di apostasia, avevano giustificato la condanna per presunti crimini violenti come stupri ed estorsioni, accuse che però non hanno mai trovato riscontri. Amnesty International insieme ai legali del pastore, hanno rivelato come a Nadarkhani fosse stato promesso un trattamento favorevole nel caso in cui avesse deciso di tornare alla fede islamica.

Purtroppo il pastore è stato riportato in carcere il 25 dicembre 2012, come è stato rivelato da Christian Solidarity Worldwide (CSW), un’organizzazione che si occupa di libertà religiosa e diritti umani. L’ordine di arresto è giunto dal direttore della prigione di Lakan e sarebbe motivato da questioni burocratiche legate al rilascio del religioso. Nel mese di novembre, il pastore Nadarkhani era stato ospite speciale alla Conferenza nazionale CSW a Londra, e in quell’occasione aveva ringraziato tutti coloro che gli erano stati vicino durante il periodo di detenzione.

Mervyn Thomas, Chief Executive di CSW, ha dichiarato: “Siamo delusi perché il Pastore Nadarkhani è stato riportato in prigione in modo irregolare. Siamo particolarmente tristi per sua moglie ed i suoi figli, i quali avrebbero voluto festeggiare Natale con lui, per la prima volta dopo tre anni. Ci auguriamo che il pastore Nadarkhani venga rilasciato. Stiamo anche chiedendo preghiere per lui e per la sua famiglia in questo momento difficile”.

LEGGI ANCHE:   La crisi migratoria causata dalle sanzioni di Trump all'Iran

Un altro religioso, il pastore Benham Irani, si trova agli arresti in Iran dal 2011 perché condannato a sei anni di carcere ufficialmente con l’accusa di azioni contro lo Stato e l’ordine pubblico. In realtà l’uomo sarebbe stato imprigionato per la sua fede cristiana.

Il pastore si trova attualmente nel tristemente famoso carcere di Ghezal Hesar, dove viene costantemente picchiato, tanto che ormai non riesce quasi più a camminare, soffre di ulcere allo stomaco, disturbi della vista ed ha subito una grave emorragia che gli ha fatto perdere temporaneamente i sensi. CSW denuncia la mancanza di cure adeguate e ritiene che il pastore non sopravvivrebbe altri cinque anni in queste condizioni.

Paola Totaro


Profilo dell'autore

Redazione

Redazione
Dal 2011 raccontiamo il mondo dal punto di vista degli ultimi.
Dello stesso autore
LEGGI ANCHE:   La crisi migratoria causata dalle sanzioni di Trump all'Iran

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potresti apprezzare anche

No widgets found. Go to Widget page and add the widget in Offcanvas Sidebar Widget Area.